Non fatevi scoraggiare dalla bruma incombente sulla piana industriale che conduce alla Valdichiana, nè dall’architettura un po’ anni ’70 del contesto o dalla posizione fin troppo defilata: se passate dal raccordo Siena-Bettolle, siete all’altezza di Serre di Rapolano o dintorni e avvertite quel certo languorino allo stomaco imboccate senza esitare la rampa d’uscita. Dopo un km vi troverete, proprio sulla curva della strada che sale verso il borgo antico – qui una visita pre o postprandiale è consigliatissima, soprattutto all’antica Grancia fortificata, con panorama accecante sulle Crete Senesi – il viale di accesso al Gran Hotel Serre e, quasi nascosto in un basso edificio a parte, al suo ristorante, La Sosta.

Sobrio e curato come chi lo gestisce da sempre, Carlo Pazzaglia (per gli amici Chicco) e sua moglie Barbara, il locale è la classica e confortante sorpresa che si incontra lungo il cammino quando l’appetito chiama. Ci sono stato millanta volte e ognuna è stata una piacevole conferma.
La cucina è ovviamente tipica toscana, spogliata però dagli orpelli e dai conformismi tourist-oriented tanto frequenti a queste latitudini, senza rinnegare però certe velate influenze della nativa Umbria, e in ogni piatto denuncia un’attenzione davvero appassionata alle materie prime locali: Chianina, olio extravergine proprio ed ottimo, verdure, formaggi. Chicco è attentissimo e vi segue con una miscela di inappuntabile aplomb professionale e di cortesia sorridente che mettono a proprio agio. La sua spontanea gentilezza, che sembra entrarci poco con la gastronomia in sé, è in questo caso un vero valore aggiunto. Lui c’è quando è necessario, sparisce se non c’è bisogno della sua presenza: virtù non comune tra gli osti. Consiglia e spiega se richiesto, segue con gli occhi, si interessa con discrezione. Ed è sempre disponibile. L’arredo è classico, i tavoli sono ben distanziati, niente frastuoni, niente chiacchiere udibili degli altri avventori nè musiche caciarone (il titolare è un beatlesiano accanito!), cosa sempre più rara al giorno d’oggi, come dicevano in un famoso film.

Se Chicco è il front-man, è Barbara che, rintanata tra i fornelli, ammannisce portate dal gusto consistente e dalla bontà collaudata, che attingono al classico ricettario regionale, ben districate tra ciò che la spesa quotidiana mette a disposizione della chef. I prima fila la stagionalità, è ovvio. Vietati gli eccessi: al bando tanto le megaporzioni da camionisti e quanto il minimalismo gastrofighetto. L’attenzione è concentrata sui sapori intensi della tradizione e sul loro equilibrio, per sfamare senza rimpinzare (molto più probabile uscire satolli che affamati, però!) e dare il giusto risalto agli ingredienti.
Dunque, tanto per fare degli esempi presi qua e là dalla carta, ecco la tartare, specialità della casa davvero da urlo, talvolta servita spalmata su crostini croccanti (ma in verità quasi crostoni), il coniglio imporchettato al finocchio, l’insalata di baccalà all’extravergine, le pappardelle sull’anatra, le suadenti zuppe all’ortolana con le verdure croccanti, i fusilli al pecorino delle Crete. oltre, si capisce, a portate di salumi e formaggi eccellenti, selezionati di persona da Carlo. Tra i suoi suggerimenti, da ascoltare sempre, quelli sulle opportunità offerte dai fuori menu, altrimenti dette improvvisate, come quando al ristorante arrivano i panieri di funghi freschi del Casentino (assaggiata di recente un’insalata di ovoli memorabile) e i tartufi bianchi, specialità delle Crete Senesi medesime.

La cantina è toscana, naturalmente, con un buon ventaglio di referenze affidabili.
Si parcheggia davanti al locale e, vini esclusi, si spendono sui 35 euro.
Ristorante La Sosta
Località Crocevie, 222, Serre di Rapolano (SI)
Tel. +39 0577 704777
serre.hotel@gmail.com
