La Lega di Delo, ovvero l’unione fa il web5 min read

Questa e la lettera pubblica che stamani mattina ho inviato a tutti i responsabili di giornali e/o blog che conosco (a proposito..chi non l’avesse ricevuta è solo per un disguido o per dimenticanza mia. La proposta E’ APERTA A  TUTTI!). 

Ho voluto usare il sistema della lettera aperta perché credo molto in questa idea e credo che servirà a  tutti, lettori e redattori. I lettori potranno scegliere tra contenuti sempre migliori e curati, i redattori potranno finalmente vedere premiati ,“finanziariamente parlando” i propri sforzi. Ripeto: è solo un’idea e potrà diventare un progetto solo e soltanto se sarà condivisa da molti.

Caro collega,

non so se nei giorni scorsi hai dato un’occhiata alla mia idea, che per ora chiamerò “Lega di Delo”, pubblicata su Winesurf. Se lo hai fatto bene, se non lo hai fatto ti chiedo solo cinque minuti del tuo tempo per informarti di questa idea (da sviluppare anche grazie al tuo contributo, se vorrai) che potrebbe ampliare le possibilità di tutti i siti/giornali/blog di enogastronomia sul web ed essere valida anche dal punto di vista finanziario.

Come tutti purtroppo sappiamo il mondo del web enogastronomico, almeno in Italia, è contraddistinto dalla parola “gratis”. I pochi esempi di siti a pagamento (parziale o totale) non hanno avuto, negli anni scorsi vita facile. C’è sempre il campo della raccolta pubblicitaria (banner etc.) ma tutti noi ben sappiamo che spesso l’unica strada è quella di andare a chiedere alle stesse aziende vinicole o alimentari, di cui poi dovremo comunque parlare nei nostri articoli. Questo può portare, almeno in alcuni casi, a problemi legati alla credibilità del sito. Anche in casi di condotta assolutamente specchiata si rischia di andare a chiedere tutti alla stessa fonte, con conseguenze immaginabili.

Un’altra basilare caratteristica di questo nostro mondo è l’assoluta eterogeneità delle testate, unita ad un’altrettanto potente voglia di sentirsi unici e di non condividere la propria strada con altri.

In altre parole: il mondo enogastronomico del web è solcato da molti torrenti che però non si riuniscono mai in un fiume. Un fiume di informazione, di contatti, di possibili sviluppi pubblicitari interessanti, di visibilità, che si disperde nel nulla.

Ma la mia idea non vuole portare assolutamente ad unificare, dal punto di vista dei contenuti, della grafica, dell’organizzazione, della programmazione i molti giornali/blog enogastronomici.

Io ho invece pensato di proporre a tutti una specie di Sky del web, dove viene pagato un abbonamento per vedere x canali completamente diversi tra loro e che, proprio grazie alla diversità, possono rispondere alle più svariate richieste degli abbonati.
In altre parole, ognuno di noi dovrebbe creare una parte crittata del suo sito, visibile solo su abbonamento, ed inserirsi in una federazioni di siti (tutti con una parte in abbonamento) con una gestione comune degli abbonamenti. 

L’idea vorrebbe andare anche leggermente oltre e cercare, grazie all’utilizzo da parte di tutti di una zona crittata in abbonamento, di inserire nell’abbonamento anche una minima cifra che vada, comunque, anche a chi pur facendo aprte del gruppo, non viene scelto dal lettore.

In altre parole potremmo proporre varie forme di abbonamento: ad un solo giornale a una parte o a tutti (ovviamente quello a tutti dovrebbe essere quello più proposto ed  in proporzione il più a buon mercato).  Nel primo e soprattutto nel secondo caso una piccola quota di ogni abbonamento dovrebbe andare in un fondo che poi dovrà essere diviso tra tutti i partecipanti al “network abbonamenti”.

 

Ricapitolando quindi:

1. Ogni sito “federato” dovrebbe creare una parte crittata solo per abbonati (diciamo dal 20% al 30% di quanto pubblicato)
2. Proporre l’abbonamento a queste parti (che ognuno riempirà con i contenuti che crede) ai  lettori.
3. Un ente terzo raccoglie i soldi degli abbonamenti e li distribuisce  alle varie testate. Ognuno ovviamente riceverà sia le quote da abbonamenti diretti che quelle (indubbiamente minori) dalla suddivisione del  piccolo “contributo comune” tra tutti i partecipanti.

 

Questa è l’idea assolutamente grezza che vi propongo. Capisco da solo che vi sono moltissimi problemi da superare prima di farla diventare un progetto realizzabile.

Ve ne sottopongo alcuni:

• Come operare per le parti crittate (il metodo di crittatura deve essere univoco o ognuno può rivolgersi al proprio webmaster?)
• Chi gestisce e come gli abbonamenti.
• tutte le implicazioni fiscali (riscossione abbonamenti, pagamenti ai siti, tasse etc).
• Chi ha pubblicità la deve portare anche nella parte crittata?

 

Ribadisco però che l’unico problema di cui non dobbiamo curarci è il rischio che il giornale A debba uniformarsi al giornale B e viceversa. Come in Sky ogni rete ha la sua programmazione così nella “lega di Delo” ogni giornale manterrà inalterato il proprio modo di offrire notizie, commenti ,etc.

Anzi, proprio la nostra diversità ci permetterà di vivere meglio; proprio il formarsi di schieramenti tra i lettori, favorevoli o contrari a certe prese di posizione, formerà l’humus su cui potremo finalmente pianificare un futuro.

L’unica cosa che faremo assieme (o che assieme delegheremo alla società X) è quella di raccogliere gli abbonamenti.

Molti di voi penseranno che sia un’idea utopistica e che non servirà a cambiare le cose. Vi faccio sempre l’esempio Sky. I primi tempi che si parlava in Italia di pagare (lasciando da parte il canone) per vedere una partita di calcio si arrivò quasi a sollevazioni popolari. Adesso è la cosa più normale. Ci voleva però qualcuno che iniziasse e che mettesse in campo non solo un canale ma una bel gruppo di forti proposte.

Nel web enogastronomico italiano ancora nessuno l’ha fatto: perché non lo facciamo noi?

Se ti interessa l’idea e sei disposto ad approfondirla ti prego di rispondermi a carlo.macchi@winesurf.it , magari con quesiti o proposte fattive sull’argomento. Potrai anche rispondere pubblicamente, aderendo o meno all’idea, su www.winesurf.it, dove oggi ho pubblicato questa stessa lettera.

Intanto ti ringrazio per la disponibilità.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “La Lega di Delo, ovvero l’unione fa il web5 min read

  1. Questa implicazione che i lettori siano persiani, cioé nemici avrebbe solleticato Freud..comunque secondo me l’idea é ottima e rischia di essere seminale. Rischia.

  2. Carlo ti sbagli! Il nemico persiano non è certo il lettore (lo vedo più come alleato in questa “battaglia”) ma un vecchio modo di intendere il web italico, che rischia di soffocare, prima o poi, la comunicazione enogastronomica seria. Diciamo che il Persiano si chiama Gratis ed è nipote alla lontana di Serse (non Cosmi)

  3. Caro Carlo, ho seguito con molto interesse la tua proposta che trovo valida concettualmente ma assai complessa e difficilmente realizzabile nella pratica. Creare una zona crittata per ogni sito, integrarla ed intefacciarla pure con il sito esterno del gestore abbonamenti è “costoso e complicato tecnicamente”, almeno secondo una prima analisi del mio web master, quindi non percorribile da molti siti minori.
    Tu l’hai già  fatta un’analisi economica seria?

    L’unica vera soluzione l’aveva già  delineata qualche giorno fa il buon Filippo Ronco, ipotizzando una piattaforma comune (quella che tu chiami Sky) dove ogni sito è proprietario del proprio canale privato (personalizzabile ma entro certi limiti) e dei propri contenuti che sarebbero inseriti attraverso un admin dedicato protetto da pass.
    Ogni proprietario di canale dovrebbe semplicemente gestire una vetrina sul proprio sito pubblico o sulle proprie newsletters per promuovere i propri contenuti crittati, utilizzando lo stile che reputa più opportuno

    Il gestore della piattaforma, avendo tutto in casa e sotto stretto controllo tecnico, raccoglierebbe con facilità  gli abbonamenti, monitorerebbe gli accessi e risolverebbe le grane tecnologiche e legali, gestirebbe le statistiche e l’eventuale pubblicità  aggiuntiva per tutti i canali. Ovviamente in cambio di un piccolo canone annuale fisso + una percentuale sugli abbonamenti.

    Gli abbonamenti potrebbero essere:
    Super premium: a tutti i canali del network per 3, 6 o 12 mesi
    Premium Wine: a tutti i canali tematici sul vino per 3, 6 o 12 mesi
    Premium Food: a tutti i canali tematici sul cibo per 3, 6 o 12 mesi
    Channel: a uno specifico canale per 3, 6 o 12 mesi
    Pay per view: si paga per uno specifico contenuto di uno specifico canale
    Semplicissimo anche estrapolare le percentuali

    Secondo me è l’unica soluzione veramente realizzabile e vi aderirei volentieri. Sarei anche disposto ad investirci del denaro per realizzarla. Mentre non investirei nulla per creare un’area crittata direttamente sul mio sito.

  4. Caro Fabrizio, qui entra purtroppo in campo la mia assoluta incompetenza tecnica. Quando si parla di “basi”, “applicazioni” “parti crittate” devo passare la mano. Sicuramente dovrò parlare con Filippo per cercare di capire e soprattutto per cercare poi di riproporre la cosa a chi sarà  interessato. Inoltre dovrò studiare a breve il problema dei costi, che credo sarà  quello fondamentale. Colgo comunque con piacere le tue idee pratiche sugli abbonamenti. Se arrivasserro molti contributi potremmo sviluppare meglio il tutto. Avanti Savoia! (Ma …..non eravamo di Delo?)

  5. Prescindendo un istante dalla effettiva opportunità  economico-commerciale della cosa e dal modello che secondo me è prodromica e va discussa de visu magari a Vinitaly dove ci siamo tutti, sono perfettamente d’accordo con quanto scriveva nel suo incipt Fabrizio Penna. La soluzione della zona crittata per ciascun sito, non dico 100 ma sia anche 10 o 20, vorrebbe dire che ognuno di questi siti dovrebbe mettersi lଠe investire in un progetto di integrazione di questa nuova soluzione (che naturalmente dovrebbe essere per lo meno simile) per ogni sito. Tu pensi seriamente di trovare una massa critica di publisher disposti ad investire=spendere soldi per aggiornare i propri cms? E una volta che lo avessero anche fatto, non pensi che a quel punto gli converrebbe provare a vendersi i propri abbonamenti da soli avendo investito direttamente nello sviluppo del sistema di vendita (ad abbonamento o a micropagamento on demand) ?

    Se aggiungi poi la difficoltà  del coordinamento e dell’interazione dall’esterno degli abbonamenti con numerosi cms (sistemi di gestione del contenuto) tutti diversi diversi capisci che è un po’ complicato. Non impossibile eh, ma dispendioso e complesso per le possibilità  medie del publisher medio.

    Per essere concreti, proverei con un incontro preliminare prima, da tante teste di solito viene fuori un gran casino ma anche tante idee.

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  6. Cari blogger, da quel po’ di esperienza che ho del web e della costruzione dei siti, ritengo che dobbiate studiare attentamente la proposta di Fabrizio Penna. Solleva dei problemi reali ed offre delle soluzioni praticabili e forse ragionevolmente economiche per voi. Dal punto di vista di utilizzatore, credo che sia anche più pratico per noi. Auguri e … forza anche coi contenuti!

  7. Penso che in molti conoscano l’Huffington Post, meno la sua fase iniziale, dove era un’aggregatore di blog scelti. Per cui nella sua home page (a parte il mega lancio che ancora oggi esiste), le altre aree erano gestite in automatico dagli aggiornamenti dei blog “federati” con diverse regole.
    Quando ha cominciato ad aver successo si era anche parlato di creare una parte a pagamento, poi il successo è stato cosଠvertiginoso che l’adv ha coperto tutti i costi prima che arrivasse mamma Aol.

    Questo per dire che l’unica modalità  tecnica per ottenere il risultato e limitare il più possibile i costi è creare, come già  detto, un sito “aggregatore” con diversi canali, i cui canali sono accessibili in modalità  completa (quindi fatto salvo una preview indispensabile per il social ed il linking) secondo privilegi dettati dal tipo di abbonamento acquistati.
    Nel sito di riferimento del blogger ovviamente il post pay sarà  presente come preview, ma per leggerlo completamente dovrò spostarmi sul post presente nel sito aggregatore.

    Aspetto da non sottovalutare, l’aumento dell’uso di Facebook, determina anche per i contenuti Pay la necessità  di essere visti, almeno in parte

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