Dopo le nevicate di questi mesi e all’apparire del primo sole, la neve ha iniziato a sciogliersi e sparire.
Voi direte che sarebbe successo senza dirvelo, ma quello che dobbiamo osservare è come avvenuto.
Quanto è importante l’esposizione dei vigneti lo sappiamo tutti, o almeno dovremmo saperlo. Oggi gli strumenti tecnici ed informatici a nostra disposizione sono molti (tra carte di assolazione, posizionamento dei GPS ed altro ancora) ma quello che ho visto nei giorni passati mi ha rinnovato la memoria quanto la natura e l’ambiente di coltivazione siano importanti per la vite.
Ciò è strettamente collegato all’esposizione del vigneto, ai punti cardinali, alla pendenza del terreno, all’altimetria, alla tessitura dello stesso etc.etc che ne permettono la precocità di vegetazione e di maturazione delle uve.
Questi fattori determinano anche la vocazione di un sito a determinati vitigni, che prediligono o meno esposizioni solatie. Vedi il caso opposto di barbera e pinot nero che vanno messe in esposizioni differenti a parità di condizioni. Determinano anche la precocità della comparsa di alcune malattie fungine come la peronospora ed altro ancora.
E’ cronaca quotidiana come il viticoltore confermi le qualità e le proprietà di quei vigneti che mostrano assenza di neve a fronte di vigneti vicini ancora coperti. Questo nello stesso areale di coltivazione anche distanziato di pochi metri, come si vede benissimo nelle foto.
Meno male, io dico.
Detto questo possiamo anche dire qualcosa di più sulla “categoria” dei vigneti, che potremmo dividere in tre macrocategorie.
A. vigneti sui crinali, cioè posti sulla sommità dei colli con buone ed elevate pendenze e sovente costituiti da terreni superficiali e aridi che conferiscono alle piante bassa vigoria e minore produttività.
B. vigneti a mezza costa, che occupano per la maggior estensione la fascia mediana dei versanti, dove spesso è presente un buon equilibrio tra la profondità del suolo, la disponibilità idrica e la conseguente vigoria delle piante.
C. vigneti di fondovalle, dove i suoli posseggono elevata fertilità e inducono notevole vigoria alle piante. In queste condizioni bisogna tenere conto del microclima che gli stessi vigneti acquisiscono. Non confrontabili con le realtà più a monte, sebbene distanti anche solo poche decine di metri.
Concludo ribadendo che bisognerebbe apprendere di più dalle semplici osservazioni di campo, per capire come sono “influenzabili” i nostri vigneti, quindi le uve e i vini e quali vitigni o sistemi di coltivazioni occorrerà impiegare per meglio rappresentare il nostro territorio.
