Lo ammetto: sono uno studente molto fuoricorso per il titolo di Master of Wine! Il corso (anzi, i corsi) per potersi fregiare di questo riconoscimento è una delle cose più interessanti che un appassionato di vino possa fare. Riesce a metterti in contatto con tante di quelle realtà e tematiche enoiche che si rischia quasi di essere colpiti da “agorafobia vinicola”. Del resto il mondo inglese del vino ha questa caratteristica: è stato e lo è tuttora (anche se in misura minore) il punto di ritrovo o di passaggio di quanto accade (economicamente, culturalmente, socialmente) nel nostro universo enoico.
Per questo mi ha fatto molto piacere l’invito a partecipare come giudice al IWSC, cioè all’ International Wine & Spirit Competition. Questo è uno dei concorsi enologici più vecchi al mondo, visto che è stato fondato nel 1969 e da allora è diventato sempre più importante. Da quanto mi è stato detto dalla mia amica Michéle Shah, referente per l’Italia di IWSC, ho capito che il concorso è veramente una cosa seria e si basa sul concetto di far assaggiare i vini di un territorio a chi quel territorio lo conosce. Per questo noi italiani degusteremo solo i vini italiani e cercheremo di valutarli non solo per la loro qualità ma anche per la rispondenza al territorio ed ai vitigni di provenienza. Queste parole sono per me dolci come il miele nonché alla base del metodo di degustazione seguito da Winesurf. Inoltre, e non capita spesso nei concorsi, i vini vengono sottoposti a vari tipi di analisi chimiche per riuscire a stabilire meglio lo sviluppo futuro del vino. Per questo ho aderito con piacere all’invito, anche se solitamente cerco di evitare i concorsi enologici in genere.
Credo che sarà una bella esperienza ed al mio ritorno da Londra vi farò una bella relazione del tutto.
Se volete maggiori informazioni su IWSC potete andare sul suo sito internet: www.iwsc.net