IWSC: cos’è? Ve lo spiego!2 min read

Lo ammetto: sono uno studente molto fuoricorso per il titolo di Master of Wine! Il corso (anzi, i corsi) per potersi fregiare di questo riconoscimento è una delle cose più interessanti che un appassionato di vino possa fare. Riesce a metterti in contatto con tante di quelle realtà e tematiche enoiche che si rischia quasi di essere colpiti da “agorafobia vinicola”. Del resto il mondo inglese del vino ha questa caratteristica: è stato e lo è tuttora (anche se in misura minore) il punto di ritrovo o di passaggio di quanto accade (economicamente, culturalmente, socialmente) nel nostro universo enoico.

Per questo mi ha fatto molto piacere l’invito a partecipare come giudice al IWSC, cioè all’ International  Wine & Spirit Competition. Questo è uno dei concorsi enologici più vecchi al mondo, visto che è stato fondato nel 1969 e da allora è diventato sempre più importante. Da quanto mi  è stato detto dalla mia amica Michéle Shah, referente per l’Italia di IWSC, ho capito che il concorso è veramente una cosa seria e si basa sul concetto di far assaggiare i vini di un territorio a chi quel territorio lo conosce. Per questo noi italiani degusteremo solo i vini italiani e cercheremo di valutarli non solo per la loro qualità ma anche per la rispondenza al territorio ed ai vitigni di provenienza. Queste parole sono  per me dolci come il miele nonché alla base del metodo di degustazione seguito da Winesurf. Inoltre, e non capita spesso nei concorsi, i vini vengono sottoposti a vari tipi di analisi chimiche per riuscire a stabilire meglio lo sviluppo futuro del vino. Per questo ho aderito con piacere all’invito, anche se solitamente cerco di evitare i concorsi enologici in genere.

Credo che sarà una bella esperienza ed al mio ritorno da Londra vi farò una bella relazione del tutto.

Se volete maggiori  informazioni su IWSC potete andare sul suo sito internet: www.iwsc.net

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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