Italia in Rosa ha fatto dodici e con Rosautoctono tredici2 min read

Nei giorni 7-8-9 giugno si è tenuta a Moniga del Garda la dodicesima edizione di Italia In Rosa, evento dedicato ai vini rosati di tutta Italia.

Ma perché sulla sponda est del lago di Garda? Perché in questa zona c’è la Valtènesi, che vede come protagonista quasi assoluto un vino a base principalmente di Groppello, che nasce storicamente come rosato e prende il nome di Valtènesi Chiaretto.

I numeri di Italia in Rosa sono ormai ragguardevoli; la possibilità di assaggiare rosati da tutta la penisola e dalla Provenza attira appassionati un po’ da ovunque.

La cornice, il rinnovato Parco della Rocca di Moniga del Garda, è estremamente suggestiva: da qua si domina la parte inferiore del lago e la vista si estende su tutto il vigneto gardesano, fino alle vigne del cugino, il Chiaretto di Bardolino, con cui finalmente la Valtènesi ha intrapreso un percorso comune di confronto e promozione.

Rosautoctono: Istituto del Vino Rosa

Al di la della manifestazione vera e propria, soprattutto riservata del pubblico, molto interessante è stato apprendere che l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, nato a Roma il 26 marzo scorso, e presentato all’ultimo Vinitaly, ha finalmente mosso i suoi primi passi proprio nei giorni di Italia in Rosa con la prima riunione del suo nuovo CDA.

Rosautoctono nasce dagli impulsi e dalle fibrillazioni commerciali che i vini rosa gardesani stanno avendo negli ultimi anni; l’istituto è composto dai sei più grandi consorzi di vini rosati italiani: Valtènesi, Bardolino Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte, Cirò e Salice Salentino.

Gli intenti sono ambiziosi, ma non impossibili: al momento il consumo “rosa” italiano è  intorno al 5.5%, in Francia siamo al 34%, e nel mondo al 10%: l’obiettivo è proprio quello di arrivare ad una percentuale di consumo pari almeno alla media mondiale del 10%.

Per arrivarci l’Istituto vuole operare attraverso 3 punti principali: promozione, formazione e ricerca.

In tutto il mondo i consumi rosa sono in crescita, se il lavoro darà i suoi frutti i 25 milioni di bottiglie prodotti oggi dai sei consorzi sono destinati ad aumentare sensibilmente.

Personalmente è stata la prima partecipazione all’evento e i numeri mi hanno impressionato: 191 cantine per un totale di 261 vini! Di certo un grande divertimento per coloro che hanno affollato le 82 postazioni di assaggio.

Potenzialmente è l’evento perfetto per misurare la febbre a tutto il comparto rosa italiano e sarebbe stata un’occasione estremamente interessante per potervi raccontare lo stato di salute delle grandi denominazioni in rosa.

Per questo auspico per la prossima edizione un momento d’assaggio tecnico, che ci permetta di farlo con calma e tranquillità.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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