In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Nel 2007 cadevano i 25 anni dalla prima produzione di questo vino frutto di un blend tra Cabernet sauvignon, Merlot, Cabernet franc e Petit Verdot, questi vitigni erano già stati messi a dimora presso il Castello di Nipozzano oltre 150 anni fa.
Per l’occasione l’azienda dei Marchesi de Frescobaldi ne ha quindi prodotta un’etichetta speciale che riporta sia la scritta 25 che l’anno d’inizio della sua produzione, ovvero 1983 e vendemmia 2007.
Il nome completo del vino è quindi Toscana IGT Mormoreto 25 e viene prodotto nella tenuta Castello di Nipozzano dei Marchesi De Frescobaldi. Le uve provengono dall’omonimo vigneto (Mormoreto) situto nel comune di Pelago e messo a dimora nel 1976, la prima annata, come già detto, è del 1983 e già l’anno successivo non è stato prodotto, com’è pure avvenuto negli anni 1987, 1989,1992, 1998 e 2002, annate non considerate all’altezza.
Il vigneto è situato tra i 250 ed i 300 metri d’altitudine con esposizione sud, vi si trovano due tipi di suoli, i primi sono prevalentemente sabbiosi e ricchi di calcio, i secondi sono costituiti da alberese, ricchi di calcio e con molte pietre.
Il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità d’impianto di 5.800 ceppi/ettaro.
L’annata 2007 è stata caratterizzato da una primavera e da un autunno temperato, con poche precipitazioni. Il mese di luglio è stato molto caldo nella sua prima metà poi le temperature si sono abbassate e ad agosto ha piovuto molto. La maturazione delle uve è avvenuta in ottime condizioni climatiche con giornate calde e soleggiate e notti fresche.
Il blend nell’annata 2007 era così costituito: 60% Cabernet sauvignon, 25% Merlot, 12% Cabernet franc e 3% Petit Verdot.
Dopo la fermentazione alcolica e la malolattica il vino è stato posto in barriques di rovere prodotte sia con doghe segate che spaccate in parte nuove ed in parte usate, dov’è rimasto per 24 mesi ai quali ne sono seguiti altri sei di sosta in bottiglia.

Ne ho scovata in cantina una bottiglia: in realtà di tratta di una bottiglia da 375 ml che, se ricordo bene, mi era stata regalata in azienda durante una visita di molti anni fa.
L’ho affrontata con un certo timore –era già pronta una bottiglia di riserva- poiché temevo sulla sua tenuta nel tempo.
Le mezze bottiglie non sono infatti l’ideale per un lungo invecchiamento dei vini, il diametro del loro collo, e di conseguenza il tappo usato, sono gli stessi delle classiche bottiglia da 750 ml, di conseguenza il passaggio d’ossigeno rapportato al contenuto di vino è percentualmente il doppio e questo causa in genere un invecchiamento più precoce.
Fatto sta che in questo vino questo fenomeno non ne ha assolutamente inficiato la qualità.
Il tappo è uscito integro e senza nessun segno di colatura, nonostante la bottiglia sia sempre stata conservata coricata.
Altra bella sorpresa l’ho avuta dal colore, di un granato profondissimo con unghia ancora viva e vivace che sfumava impercettibilmente su note aranciate.
Ma è al naso che maggiormente mi ha colpito: ampio, elegantissimo, senza alcuna sbavatura né impercettibile nota ossidativa, anzi.
Di discreta intensità olfattiva ha i suoi punti forti nell’ampiezza e nell’eleganza dei profumi, terziari ovviamente data l’età, anche se non mancano i sentori fruttati che rimandano alla prugna matura, quasi secca, e alla ciliegia matura, le note sono autunnali, con sentori di sottobosco e humus, balsamiche, con note di spezie dolci, vaniglia, accenni di caffè e cioccolato che ci hanno ricordato i pocket coffee, cogliamo inoltre leggerissimi accenni di liquirizia, pepe e salamoia e note mentolate.
Buona la sua struttura, il vino è asciutto, con tannino ancora vivo e graffiante, il caffè in povere emerge netto accompagnato da sentori di cioccolato e menta, ritroviamo inoltre sia le note di prugna che di ciliegia e gli sbuffi di pepe, buona la sua vena acida come pure la persistenza.
In definitiva un gran bel vino.