Intorno al vino di Francesco Falcone: un libro prima da leggere e poi da consultare3 min read

Parlare di  “Intorno al vino” che ha come sottotitolo “Diario di un degustatore sentimentale” potrebbe farmi accusare sia di interessi privati in atti di ufficio che di conflitto di interessi.

Infatti come si fa a parlare di una cosa scritta  non solo da un tuo caro amico-collaboratore  ma di un libro che ha alcune parti già pubblicate su Winesurf, senza rischiare di non essere imparziale? Diciamo che correrò il rischio.

Il libro, a prima vista, sembra parlare del rapporto che ha e ha avuto Francesco Falcone con il vino e con i vini.

In realtà parla d’amore, quell’amore che Francesco mette in ogni parola che scrive, in ogni vino che degusta, in ogni viaggio che fa alla scoperta di altro amore, che può prendere le sembianze di un vino di un produttore, di un vigneto, di un panorama, di uno sguardo, di un amico, di una donna.

Come ben saprà chi ha letto anche solo un suo articolo, Francesco non è persona da mezze misure: “Per parlare di vino occorre esporsi, lasciarsi andare all’emozione” scrive nell’introduzione e posso garantirvi, da persona che ha impaginato (corretto praticamente mai) i suoi articoli da qualche anno, che di emozioni in questo libro ne troverete a bizzeffe.

Ma attenzione! Non si può leggere uno dei molti  brani scritti da Francesco, per esempio sulla Champagne e sullo Champagne senza avere accanto una valigia pronta, perché le sue parole vi catapulteranno verso quel territorio, verso quei vini.  Lo stesso se l’argomento tocca la Loira, Chablis  o il Beaujolais. Questi brani di Francesco non parlano di territori, sono dei fari che li illuminano, che permettono a tutti di viaggiare col pensiero, di sentirsi vigna e chiesa, vignaiolo e vento, terra e cielo.

Poi richiedono (appunto) anche un meraviglioso prezzo, quello di partire per visitarli veramente, anche solo per confermare quanto Francesco ha scritto.

Naturalmente il libro parla tanto d’Italia, delle sue terre, di vigne, di vignaioli conosciuti o meno dal grande pubblico ma tutti ammantati di quell’amore gioioso e profondo che Francesco crea ogni volta che scrive di vino.

Attenzione ancora una volta! In questo libro troverete tante cose ma quella più facile da percepire è la competenza: Francesco ha una conoscenza quasi abnorme di tantissimi territori enoici e ogni sua frase ammantata d’amore parte da una base granitica di competenza e conoscenza, per dipanarsi con leggiadria verso di voi.

Mentre leggevo e rileggevo alcuni brani di questo libro mi è venuta un’idea e ve la voglio proporre: Intorno al vino non è solo un libro da leggere ma da consultare. Mi sono ricordato infatti di un bellissimo personaggio, un commissario di polizia  creato dalla penna dello scrittore greco Petros Markarīs, che quando ha un dubbio sulla vita o semplicemente su un’indagine consulta un vocabolario.

Ecco, se avete qualche dubbio non solo sul vino, ma sulla vita, su come superare momenti facili o difficili, su cosa chiedere ( o dare) al mondo e a una  bottiglia, allora aprite  il libro e leggete. Sicuramente quello che troverete vi aiuterà.

Perché ogni parola di questo libro ha un fine ultimo, quello che Francesco sintetizza così “Il fine ultimo del bevitore colto è strappare attimi di felicità alla vita”.

Grazie a questo libro, nato da anni di viaggi, di scritti, di amori, di sogni, di incubi, di pianti e di risate, siate certi che strapperete alla vita molto di più di un attimo di felicità.

 

Francesco Falcone,

Intorno al vino -diario di un degustatore sentimentale-

Quinto Quarto Editore

Euro 18

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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