Interviste “Covid-19”. Andrea Sartori Presidente Valpolicella: la distillazione di crisi è un rimedio9 min read

Continuiamo i nostri incontri intervistando Andrea Sartori, Presidente del Consorzio Valpolicella, che ci prospetta misure importanti in risposta alla crisi dovuta al coronavirus.

Winesurf “Buongiorno Presidente. Ti trovo in azienda? Voi siete aperti?”

Andrea Sartori “L’azienda grazie al cielo è aperta perché rientriamo tra quelle del settore agroalimentare, però con tutti i limiti del momento: tutti  i contatti e le attività commerciali all’estero sono saltate e non si sa per quanto, quelle in Italia son chiuse, quindi…

W. “Parliamo prima della situazione sanitaria.”

A.S. “Fortunatamente stiamo tutti bene, sia a casa che in azienda che al consorzio. Stiamo adottando tanto smart working, in azienda seguiamo tutte le regole relative alle distanze e quant’altro: insomma “speriamo che me la cavo”. ”

W. “Nei hai parlato un attimo fa: lo smart working applicato al vino come lo vedi?”

A.S. “Sicuramente è fattibile: piuttosto che niente è meglio lo smart working. Grazie alla moderna tecnologia possiamo fare riunioni con clienti o forza vendita, però manca il valore aggiunto del calore, dell’empatia di quando ci si vede di persona. Per certi aspetti si fanno appuntamenti  più stringati perché, appunto, manca la parte “piacevole”. Però sono convinto, specie nel mondo del vino, che il rapporto umano sia fondamentale: noi non vendiamo bulloni.”

W. “Dopo la situazione sanitaria quella dei mercati?”

A.S. “Chi ha la fortuna di servire anche la grande distribuzione riesce ad andare avanti, penalizzato ma va avanti. Per chi  invece ha aziende che lavorano con il settore Horeca la cosa si fa difficile.”

W. “Sia in Italia che all’estero?”

A.S. “Certo, è tutto blocatto: Sono bloccati i mercati di riferimento dei vini italiani: Germania, USA, Inghilterra. In Canada va un po’ meglio perché con  il sistema di distribuzione tramite i monopoli, la situazione è migliore. Comunque nella ristorazione tutti i mercati dei vini italiani sono inchiodati. Ho una grande preoccupazione, che sto esponendo al Ministero e anche in Regione: qui tra cinque mesi, con le varietà precoci siamo in vendemmia…”

W. “Ma i mercati del nord Europa sono chiusi completamente?”

A.S. “No, i mercati del nord Europa che sono a regime monopolistico, cioè Svezia, Norvegia, Finlandia vanno avanti, mentre in paesi come la Danimarca solo la grande distribuzione va avanti ma la ristorazione è ferma. Dal punto di vista delle nostre aziende però “gode” solo chi è all’interno dei listini dei monopoli e non sono molti.

W. ” La Valpolicella è una terra con vini di diverse tipologie: dai giovanissimi da bere subito ai vini da grande invecchiamento: alla fine di questo momento quali tipologie andranno di più?”

A.S. “Qua entriamo un po’ nell’astrologia! Credo che continueranno ad andare avanti  probabilmente Ripasso e Amarone, le due categorie che hanno avuto più successo negli ultimi anni, comunque vedremo che numeri saranno perché mi aspetto una grossa riduzione. Se vogliamo l’amarone ha un piccolo vantaggio , nel senso che ha una “scadenza” più lunga: può rimanere in affinamento in cantina molto tempo, se naturalmente uno ha gli spazi e le condizioni finanziarie per permetterselo.”

W. “A proposito, quanto tempo potrà reggere il sistema Valpolicella?”

A.S. “Non molto, perché anche se noi non abbiamo tanti vini bianchi di vendita più veloce, abbiamo comunque il problema anche fisico di come poter incamerare la nuova annata. Non possiamo e non potremo permetterci grandi spazi per tenere in cantina due o tre annate. Nela zona del Soave,del Prosecco il problema è più pressante, però noi non è che possiamo stare tranquilli.”

W. “La Valpolicella è anche un territorio dove si va dalla piccola alla grande azienda: quali pensi sarà il tipo di azienda che subirà più questo momento?”

A.S. “Chi subirà di più saranno le aziende che fanno una buona parte del loro fatturato con la ristorazione più alta, quindi non necessariamente solo lepiccole e le medie, che più o meno fanno un 70% del loro lavoro con l’Horeca. Poi soffriranno di più le aziende  ch sono concentrate maggiormente sul mercato italiano, probabilmente quello che “batterà più in testa”.”

W. “Avevi accennato a incontri con Ministero e Regione.”

A.S. “L’idea che sta prendendo piede è che credo non ci sia  altra soluzione che una distillazione di crisi, non vedo altra soluzione. Sono provvedimenti già presi in tempi abbastanza recenti, per esempio quando c’era Galan Ministro dell’Agricoltura.”

W. “Ma da un punto di vista tecnico chi può accedere ad una distillazione di crisi?”

A.S. “Andranno un po’ scritte le regole, quindi è presto per dirlo. Comunque, dai dati che abbiamo sappiamo che ci sono 59 milioni di ettolitri di vino in giacenza in Italia. Considerando che un’annata standar produce circa 44 milioni di ettolitri, abbiamo più di un’annata, quasi  un’annata e mezzo, in giacenza. Le maggiori giacenze sono in Veneto, che ne ha un quarto del totale, poi in Puglia, In Emilia Romagna e via dicendo. Inoltre in questo momento la distillazione la chiederanno anche in altri paesi, perché sappiamo che la Francia non se la sta passando bene, specie con la zona di Bordeaux, la Spagna non ne parliamo: insomma è una partita che va giocata più a livello europeo che italiano. E’ chiaro che saranno privilegiati per la distillazione i vini da tavola e gli IGT generici. Purtroppo qua si prospetta una sovraproduzione anche in denominazioni grandi: non mi stupirei che il Pinot Grigio o il Prosecco avessero questi problemi. E’ una questione seria e sinceramente non so come, dal punto di vista tecnico , l’Europa e il Ministero affronteranno la questione.”

W. “Ma, domanda da uomo della strada. Con tutto questo alcol che ci facciamo, Amuchina?”

A.S. “In realtà in questo momento mancherebbe proprio, però visti i tempi che occorreranno mi sa che arriveremmo un po’ in ritardo. L’alcol può essere stoccato e riutilizzato nel tempo. Quando una ventina di anni fa si ricorreva spesso alle distillazioni, magari in Sicilia, ci furono partite d’alcol che furono stoccate per anni e anni. Ha comunque diversi usi, può essere usato da aziende alimentari, nel settore medicale e soprattutto non si deteriora. Potremo avere alcol per i prossimi cinque anni ma l’alternativa sarebbe aprire i tombini e buttare via il vino oppure, ancora peggio, non vendemmiare.”

W. “Vinitaly al 2021: contento o deluso?”

A.S. “Penso sia stata una decisione di grande responsabilità e che abbiano fatto bene. Quando lo spostarono a giugno noi facemmo un inchiesta tra i nostri corrispondenti esteri e la reazione non fu certo positiva: per loro il periodo non andava bene. Anche se siamo un’azienda di Verona e il Vinitaly è importantissimo per la città, effettivamente a giugno non avrebbe funzionato. A questo punto dobbiamo prepararci per il 2021.”

W. “Dicono che la GDO stia aumentando i prezzi. Hai qualche informazione?”

A.S. “A me non risulta, magari possono aver cancellato delle promozioni. Non credo che questi aumenti possano riguardare il vino ma prodotti alimentari che adesso sono veramente necessari a tutti e questo sarebbe comunque veramente molto triste.”

W. “Per quanto riguarda la promozione, quali misure serviranno per ripartire? Promozione dove e come?”

A.S. “Adesso c’è un tema pressante che è quello dei fondi OCM: appare chiaro a tutti che non riusciremo a fare  tutte le attività promozionali messe in calendario, quindi bisognerà che sin da subiro il Ministero accolga questa istanza, abbassi i minimi di spesa oppure non li metta proprio perchè questi fondi non si potranno usare. Non si può penalizzare un azienda perché non riuscirà, nel 2020, ad utilizzare il budget che aveva chiesto. E comunque auguriamoci che i mercati riaprano e, almeno verso la fine dell’anno si possa ricominciare a fare qualcosa. Si potrebbe fare pubblicità sui giornali ma a cosa serve adesso che siamo tutti a casa.”

W. “A noi è venuta un’idea: tutte le manifestazioni con pubblico del 2020 dovrebbero azzerare la quota di partecipazione delle aziende, ammortizzando questo costo tra minori introiti da parte degli organizzatori, (che potrebbero magari far partecipare in misura maggiore gli sponsor),  e un aumento dei costo biglietti d’ingresso per gli appassionati. Come la vedi?”

A.S. “Potrebbe essere un’idea ma mi chiedo anche cosa si possa fare nell’ultima parte dell’anno. In italia non mi sembra ci siano molte fiere o manifestazioni. Mi viene in mente il Winetowine di Fiera Verona ma è per esperti, non per il pubblico. Magari potrebbero attaccarci due giorni per il pubblico pagante.”

W. “C’è speranza di trovare un virus benigno che ricomponga la frattura tra Consorzio del Valpolicella e Famiglie Storiche?”

A.S. “Sarà molto difficile, perché ci sono acredini e personalismi che si sono accumulati in tutti questi anni. Ho speranze che il prossimo presidente, io a maggio finisco, riesca  ad arrivare ad un accordo finale. Io c’ho provato ma ho trovato molta resistenza nel mio consiglio, purtroppo, e ho constatato anche comportamenti diciamo originali da parte di qualche produttore delle Famiglie.”

W. “Difficile trovare il bandolo della matassa.”

A.S. “Bisogna che si mettano un po’ tranquilli.  Questa zona è un po’ “turbolenta”, piena di personalismi: devono capire che ci sono altre priorità.  Chissà che questa vicenda del coronavirus insegni a tutti che ci sono cose più importanti e così vediamo un attimo di chiudere la questione.”

W. “Lo spero per voi  perchè più va avanti e peggio è!”

A.S. “E’ vero, poi io sono particolarmente frustrato perché nelle Famiglie ho anche tanti amici. Dico sempre che anche in vicende come questa la colpa è sempre a metà,  ce l’hanno un po’ tutti.”

W. ” Cosa beve il presidente del Consorzio del Valpolicella quando non beve vini della sua zona.”

A.S. “Qua sarai felice perché mi piace molto la Toscana. Mi piacciono Nobile, Brunello, Chianti Classico. Il sangiovese mi piace molto . Poi mi piacciono molti i bianchi dell’Alto Adige.”

W. “E sull’estero?”

A.S. “Di vini esteri sono particolarmente appassionato anche perché anni fa mi ero messo ad importare vini del Nuovo Mondo: cileni, australiani, californiani, sudafricani. Sono vini molto buoni fatti molto bene.”

W. “Ti piace più il Nuovo Mondo rispetto all’Europa?”

A.S. “Decisamente si, anche se negli ultimi anni mi sono appassionati di Pinot Nero e quindi la Francia è terra di riferimento!

W. ” Si in effetti qualcosa producono da quelle parti…”

A.S. “Certo, ma guardiamo anche la tasca:  i Pinot Nero dell’Oregon o della Nuova Zelanda costano molto meno e sono buonissimi.”

W. “Grazie mille Andrea e buon lavoro”

A.S. “Grazie a voi.”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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