Interviste al tempo del Covid-19: David Buzzinelli, Collio “Il problema sarà la liquidità!”7 min read

Con le nostre interviste arriviamo in Friuli Venezia Giulia e incontriamo il Presidente del Consorzio Collio.

Winesurf “Anche se sembra che per il Friuli sia abbastanza tranquillo, com’è la situazione sanitaria nel Collio?”

David Buzzinelli “Qui la situazione non è gravissima: ci sono dei casi, però devo dire che la regione si è mossa abbastanza velocemente. Ha bloccato a suo tempo, in linea col Veneto, gli spostamenti perciò la situazione sembra sotto controllo.”

W. “Quindi le aziende sono tutte aperte?”

D.B. Le aziende sono tutte aperte perché, purtroppo non si possono spegnere i vigneti. Il lavoro in vigna ha delle scadenze precise e da ora in poi sempre più importanti. Comunque il problema delle aziende adesso non è certamente la produzione ma il mercato.”

W. In vigna, dopo le potature state aspettando che parta l’annata viticola.”

D.B. “Diciamo che questa settimana che ha fatto freddo (set dal 23 al 30 marzo n.d.r.) ci va anche bene, perché rallenta il germogliamento.”

W. “Quindi non ci sono stati problemi di gelate, nonostante il freddo?”

D.B. “Nella parte pianeggiante i frutteti sono stati irrigati per salvare il fiore. C’è qualche vigneto di glera in pianura con qualche danno. Per fortuna in Collio la glera non c’è e quindi non mi risultato danni.”

W. “A proposito di germogliamenti: quali varietà  in Collio germogliano prima?”

D.B. “Diciamo che in Collio i germogliamenti più che dipendere dalle varietà dipendono dalla zona. Gli anticipi li vedi sulle zone più calde, come Capriva, Mossa, Brazzano, Cormons e Pradis che germoglisno una settimana prima di zone più fresche come Plessiva, San Floriano e Oslavia. Le varietà più precoci sono comunque i pinot (grigio e bianco n.d.r.), a cui seguono il sauvignon, la ribolla, il friulano e poi i rossi.”

W. “Come denominazione siete di confine nel vero senso della parola, confinando con la Slovenia per il lato lungo ad est: ma i confini sono aperti o chiusi?”

D.B. “I confini sono stati chiusi eccetto 3 o 4 per il traffico, però sono aperti per i mezzi agricoli perché ci sono cantine italiane che hanno vigneti anche in Slovenia e viceversa.”

W. “Quindi non si può più andare a fare benzina?”

D.B. “Considera che in Slovenia hanno portato il Gasolio a 1 euro!”

W. “Tra le uve che si trovano in Collio ce n’è una che mi ha sempre fatto pensare ed è la ribolla: Da una parte avete, all’interno del Collio il “caso” Oslavia, mentre fuori dal Collio vi sono almeno un migliaio di ettari di ribolla piantati non si sa bene per fare cosa. Partendo da questi due estremi, come può lavorare un consorzio per dare una linea, se c’è una lnea.”

D.B. “La linea si sta “delineando” un po’ da sola, basta vedere i prezzi della ribolla gialla di pianura e quella della collina friulana a che livello stanno. La strategia di chi in pianura ha piantato centinaia di ettari  è stata un disastro commerciale e varietale: sia perché non avevano la conoscensa e la cognizione del prodotto, sia perché gli mancava neanche la visione di mercato. C’era magari una richiesta di quel prodotto ma poteva essere soddisfatta da molti meno ettari di quelli che sono stati piantati. La ribolla gialla di collina resta un prodotto di qualità, entra solo in vini fermi e si differenzia completamete da quella di pianura, anche perché lì hanno solo, come prospettiva, la spumantizzazione. Per quanto riguarda la Ribolla Gialla di Oslavia speriamo piano piano di farla rientrare e credo che potremo trovare una soluzione.”

W. “A proposito di soluzione: come vanno i mercati?”

D.B. “In questo momento, che è storico e di cui non abbiamo casistica, i mercati sono totalmente fermi. C’è una minima ripresa della grande distribuzione, ma la distribuzione in GDO dei vini Collio inciderà per nemmeno il 10% del totale prodotto.”

W. “Nel collio  molte aziende sono piccole, piccolissime, spesso a conduzione familiare. Secondo il consorzio quale potrà essere il punto di non ritorno, cioè quale sarà, rimanendo questa situazione, il momento in cui non si potrà più fare niente per salvarle?”

D.B.“Non so quanto potrà incidere la tempistica ma sicuramente inciderà il modo con cui vorranno risollevare il mercato. Perché le azienda, da un punto di vista “della campagna” fino alla vendemmia non hanno bisogno di spazi in cantina. il problema principale che io vedo è quello di come dare una mano alla ripartenza del settore turistico: ristoranti, osterie etc, e su questo fronte ancora non si percepiscono segnali. Questi locali che sono i nostri referenti, i venditori dei nostri prodotti e fino ad ora nessuno si è mosso per farli ripartire o comunque per farli sopravvivere. Se questi non ripartono per noi è un disastro. Le aziende vinicole, per loro conto potranno diminuire la produzione o trovare altre soluzioni, ma se non ci sono sbocchi commerciali… Quindi non si tratta di sapere fino a quando ma capire cosa verrà fatto.”

W. “Se ho capito bene: da una parte c’è anche in futuro un problema minimo di stoccaggio, però è fondamentalmente un problema finanziario.”

D.B. “Non so se farà più “morti” la crisi che verrà di quella attuale, perché una crisi ci sarà e si dovrà reagire in maniera veloce.”

W. “Ti lancio due proposte, una delle quali è già in parte in atto. La prima è come vedi di unire gli sforzi dei due consorzi, Collio e Friuli Colli Orientali , per andare avanti almeno da un punto di vista promozionale?

D.B. “Collio e COF hanno già collaborato e collaboreranno ancora: ci sentiamo giornalmente per cercare di fare proposte alla regione, se non altro perché abbiamo le stesse problematiche. Inoltre molte iniziative promozionali  le faremo assieme.”

W. “Come vedi  lo spostamento di Vinitaly al prossimo anno?

D.C. “Lo spostamento a giugno ci è già costato molto: le aziende hanno dovuto pagare le caparre agli alberghi e ora speriamo di riaverle.”

W. “Ma comunque è stato rimandato al 2021.”

D.B. “Dovevano sospenderlo e poi annullarlo subito: lo spostamento a giugno ha creato confusione e richiesto tempo per  riorganizzarsi. Ma non è la situazione peggiore: dal punto di vista della promozione noi abbiamo progetti OCM da portare avanti, ma come facciamo a farlo se siamo fermi a casa?”

W. “Li farai più avanti.”

D.B. “No, uurtroppo ci sono termini e scadenze e se non li fai in determinati tempi devi pagare anche una penale.”

W. “La seconda cosa è questa: se tutte le manifestazioni di presentazione e promozione vini del 2020, tipo Merano tanto per capirci, fossero gratis per le cantine e il costo venisse ripartito tra organizzatori, sponsor e appassionati, in quest’ultimo caso raddoppiando i biglietti di ingresso, pensi che per voi potrebbe essere positivo?”

D.B. “Qualsiasi cosa che viene fatta per rilanciare i vini e i produttori va benissimo, ma il più grande problema delle aziende, su cui servirebbe intervenire, è quello della liquidità.”

W. “In che senso?”

D.B. “Adesso le aziende sono di fronte alla spesa più grossa dell’anno, quella relativa agli imbottigliamenti. Inoltre da ora iniziano veramente le spese per la produzione 2020: trattamenti e molte altre cose. Tutti questi costi dovranno essere saldati al massimo attorno a giugno. A giugno però i soldi non staranno entrando come accadeva normalmente, perché i ristoranti e tutti gli altri locali ti chiameranno dicendoti di non incassare i loro assegni o che non riescono a pagarti le ricevute bancarie perché non stanno lavorando.  Quindi sarà la liquidità la cosa che che mancherà di più alle aziende.”

W. “Parliamo di una cosa più allegra: quando il presidente del Collio non beve vini del Collio, cosa beve?

D.B. “Di solito cerco di rimanere in regione per i bianchi. Non sono un grande amante di bollicine e quando si va sui rossi casco sempre su piemontesi e toscani, più piemontesi che toscani, perché a me piace molto il Barbaresco.”

W. “Ultima cosa: che fine ha fatto l’idea del Collio Gran Selezione DOCG?”

D.B. “Si sta cercando di trovare la quadra sulla DOCG e, per adesso, il progetto è stato un po’ messo da parte perché ci siamo trovati a confrontarci con altre problematiche,  ma ci lavoreremo sicuramente ancora in futuro .”

W. “Grazie Davide speriamo di vederci presto davanti ad un buon calice.”

D.B. “Speriamo! (scherzando) Quando è arrivato il coronavirus ho pensato “Speriamo ci dicano che la cura è bere del buon vino”. Pare che il virus muoia in un ambiente con un tasso alcolico del 65%, quindi dobbiamo impegnarci.”

W. “Impegnarci molto e dare pure l’esempio. Grazie David e a presto.”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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