Il Vinitaly visto stando seduti5 min read

Vinitaly è senza dubbio un enorme generatore di post, commenti, classifiche, reel e storie social, oltre che essere la più ampia e importante vetrina del vino italiano.

I dati ufficiali diffusi da Verona fiere sulle presenze, all’indomani della chiusura, lo dimostrano. Il Vinitaly si è chiuso con 97.000 presenze tra i padiglioni, con un “leggero incremento degli operatori esteri da 140 Paesi a quota 30.070, di cui 1.200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 Nazioni, selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia”.

Eppure, nonostante i numeri dimostrino sostanzialmente la tenuta della manifestazione, la sensazione che questa formula abbia bisogno di una iniezione di Gerovital è palpabile e di certo l’acquario con le opere d’arte nel piazzale non aiuta granché.

Comunque, parafrasando Sciascia “a ciascuno il suo” Vinitaly. E il mio, dopo 35 Vinitaly, è quello basato sulla massima di Confucio Siediti sulla sponda del fiume e aspetta….cosa? che qualcuno ti inviti ad una Masterclass! O ad una preziosissima verticale . Non importa quale, ciò che conta è starsene comodamente seduti ad ascoltare ed assaggiare i vini proposti.

Per questa mia scelta coraggiosa, quella di non ammorbarvi con “ i miei migliori assaggi dal Vinitaly” oppure “ i 101 vini imperdibili del Vinitaly” mi aspetto una standing ovation. La mia scelta è stata quella di seguire “ i più efficienti uffici stampa delle aziende vitivinicole”, quelli che si sono presi la briga di invitarmi ad assaggiare e a partecipare di persona e non SOLO a prenderne nota.

Contravvenendo ad una consolidata norma giornalistica, quella del dovere di cronaca, eviterò di nominare gli uffici stampa colpevoli di istigazione al reato di “degustazione in contumacia”.

LUNEDÌ

Dunque finalmente lunedì iniziano i miei “tre giorni da condor” con la prima Masterclass condotta dal sommelier informatico Andrea Gori. Comodamente seduto all’interno della saletta allestita dal Consorzio del Brunello ho così potuto approfondire (e soprattutto capire) il carattere del sangiovese di Montalcino attraverso 12 Rosso Doc. Una presentazione volta a far capire molti di quegli aspetti che di solito risultano tediosi in un Vinitaly: mercati, quote, prezzi medi, export etc etc, ma seduti e serviti beh, è un’altra cosa. Tenete d’occhio gli eventi del Consorzio al prossimo Vinitaly!  Giusto il tempo di salutare Andrea Ciacci della Tenuta di Sesta, i ragazzi di Riecine e assaggiare le nuove annate (strepitose è dir poco) ed ecco che sono già seduto al Palaexpo per la presentazione delle guida vini Etna (copia gratuita) e l’assaggio di 12 vini raccontati in Inglese da Federico Latteri. Servizio vini inappuntabile per rapidità e temperatura ed un tema svolto in modo efficace e chiaro.

Se non ricevete inviti, cercate sempre comunque tra gli eventi gratuiti di Vinitaly dove si nascondono vere e proprie perle.

MARTEDÌ

Riparto dal Padiglione Sicilia dove mi hanno invitato ad assistere alla presentazione  del libro 100 custodi per 100 vitigni realizzato dal gruppo G.R.A.S.P.O. Oltre alla presentazione del bel libro sui vitigni dimenticati e sui progetti futuri di G.R.A.S.P.O. c’è anche l’assaggio di alcune microvinificazioni da vitigni dai nomi inquietanti come il Facci Lorda e il Terribile. Una regione che sforna eventi gratuiti e interessanti in spazi comodi.

Fresco e riposato mi sono fatto scarrozzare su e giù tra il padiglione 1 e il 9 dalle courtesy car messe a disposizione della Fiera e sono atterrato al Padiglione che ospita Sardegna e Valle d’Aosta.

Il programma della Regione Sardegna “ Noi siamo Sardi” ricevuto grazie al collega Frassoldati, era pazzesco. Tutto centrato sui collegamenti tra vini e prodotti dell’Isola. Alle 11.30 ho accettato l’invito per l’incontro “Dalle coste della Sardegna, racconto di prodotti ittici lavorati secondo tradizione”. Andrea e Cristiano Rosso, ristoratori di Carloforte, hanno preparato un pranzetto a base di Tonno di Corsa: Tartare, bottarghe, tonno sott’olio, musciame e tarantello abbinati ai vini isolani. Dicono che del tonno non si butta via niente ED è Vero, specie alle 13 al Vinitaly spaparanzati in una bella sala. A due passi c’è lo spazio della valle d’Aosta dove i ragazzi dell’Istituto agricolo regionale e i colleghi sommelier che gestiscono il banco d’assaggio, mi spiegano per sommi capi il territorio ed i vitigni di questo angolo d’Italia e finalmente mi pare di capirci qualcosa.

MERCOLEDÌ

Gli amici si vedono nel momento del bisogno e grazie dunque a chi mi ha invitato ad assaggiare i vini di una famiglia storica dell’Alto Adige, Rottensteiner. Ascolto la loro bella storia direttamente dalle labbra di Judith e Hannes mentre comodamente seduto e in tutta calma assaggio l’ampia gamma dei loro vini in magnifici bicchieri leggeri come l’aria: St.Magdalener, Schiava, Gewurtztraminer, Sauvignon blanc, Pinot Bianco dei quali mi raccontano quali sono i terreni migliori per ogni varietà, risparmiandomi l’enciclopedia dei soliti aggettivi, fresco, sapido e minerale. Ho apprezzato parecchio.

Durante il ritorno alla base, Padiglione 1, passo con amici per il saluto di rito alla Fattoria dei Barbi. Non chiedetemi il perché che tanto già lo sapete che adoro Stefano e Raffaella. Concludo il 35° Vinitaly nel mio padiglione Emilia Romagna dove, pur senza inviti, trovo spazio in due Masterclass nel nuovo mega acquario posto al centro del padiglione per sopperire alle defezioni di un nutrito numero di aziende. Non c’è niente di più brutto da vedere di uno stadio vuoto, diceva un noto cronista televisivo. Niente classifiche, niente suggerimenti, niente scoop, niente incontri al top, forse sarete delusi ma in compenso io sono ancora fresco come una rosa, magari non di maggio…

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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