Il Primitivo di Sava: che potenza!1 min read

Commettiamo spesso l’errore, parlando di Primitivo di Manduria, di dimenticarci che la grandezza di questo vitigno è dovuta anche ai terreni dei comuni che circondano la città messapica e tra questi sicuramente Sava merita un’attenzione tutta particolare  per  l’estensione di superficie vitata e per la qualità dei suoi vini. La composizione dei terreni è molto simile a quella di Manduria e questo rende i vini di questa zona pressoché indistinguibili dal punto di vista sensoriale. Le terre rosse, ricche di ferro e la coltivazione della vite nella sua forma storica originaria: l’alberello, rendono questi vini sempre pieni, corposi, dal frutto opulento, difficilmente   confondibili. La sua potenza è’ una delle caratteristiche che fanno del primitivo un vino assolutamente unico. La cantina di Sava del giovane Paolo Mancino che  ha voluto riprendere una vecchia tradizione, ma con moderne tecnologie, ci consegna questo Rosso Sava di buona godibilità Non privo di una certa rusticità contadina, che gli dona carattere e specificità, è rosso profondo, quasi nero con profumi che spaziano dalla prugna alla ciliegia. Vinificato nello storico palmento ipogeo, non fa legno ma un buon periodo di affinamento in serbatoio di inox e poi alcuni mesi in bottiglia. Ha corpo pieno morbido con tanni appena accennati e con finale di bocca che regala note dolci molto evidenti.  Vinificato in appena 4000 bottiglie, ma dal prezzo più che accessibile, si abbina bene a pietanze impegnative ed a formaggi semi stagionati.

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Rosso Sava 2012
Primitivo IGP Salento
Az.; Cantina di Sava
Tel.: 380 3127832
Uvaggio: Primitivo
Giudizio: buono

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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