Il Premio Gambelli al “gambelliano” Francesco Versio2 min read

I giurati del premio Giulio Gambelli, giunto alla terza edizione, al momento della degustazione non hanno certo sotto mano le fotografie degli enologi in lizza.  Però è quantomeno strano che anche Francesco Versio, vincitore di quest’anno, abbia una faccia da bravo ragazzo che più non si potrebbe. E  parlandoci, la sua educazione, la sua elegante umiltà, il suo modo semplice di dire le cose, confermano che siamo proprio di fronte a quello che un anziano come me potrebbe definire bravo figliolo.

Sembra quasi che Giulio voglia guidare la mano dei giurati non solo verso persone che sanno fare il vino come lui, ma che vedono la vita e la camminano utilizzando i suoi stessi punti di riferimento.

Più il Premio Gambelli  va avanti e più sono felice che quest’idea abbia trovato campo fertile non solo nei colleghi ASET e IGP, ma anche nei consorzi di tutela ( da prossimo anno si aggiungerà anche il Consorzio della denominazione San Gimignano) e nelle aziende che da sempre hanno avuto Giulio come maestro.

Ma veniamo alla premiazione di quest’anno che si è svolta durante l’anteprima del Brunello di Montalcino e ha visto il sottoscritto spiegare e presentare ad una platea di oltre 200 persone sia gli scopi del premio sia il vincitore Francesco Versio.

A questo proposito devo tornare a bomba per dire che Giulio questa volta si è proprio superato: Francesco Versio è infatti il giovane enologo di Bruno Giacosa, cioè del produttore langarolo che forse si avvicina di più a Gambelli come carattere e come modo di intendere il vino e la vita. Famosa è infatti la sua ritrosia alle luci della ribalta, il suo modo burbero e preciso, spesso geniale, di intendere il vino.

Ma proprio per questo il premio Gambelli è bello, perché non va a premiare un vino ma uno stile che è quasi sempre anche uno stile di vita. E per questo sono onorato di contribuire a portarlo avanti.

Del resto parole come quelle spese da Carlo Petrini “Avete fatto benissimo ad intitolare un premio a Giulio Gambelli”, presente a Montalcino per aver firmato la classica mattonella della vendemmia 2014, non solo fanno piacere ma ci stimolano a portare avanti sempre meglio questo premio unico nel suo genere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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