Il Brunello di Montalcino e l’assaggio “settimino”2 min read

Tranquilli, non ci stiamo riferendo a parti enoici, ma all’ormai conclamata abitudine di molti produttori di Montalcino di far assaggiare  i Brunello e i Brunello Riserva prima della naturale data di commercializzazione.

 

Come abbiamo scritto qui e qui James Suckling ha degustato vini “atti a divenire Brunello Riserva 2010” almeno 5-6 mesi prima della naturale commercializzazione del 1° gennaio 2016 (senza peraltro mai scrivere “vino atto a” ma considerandoli come vini già in commercio).

 

Dato che da alcuni anni si stava assistendo ad un continuo anticipo delle degustazioni (almeno fino allo scorso anno gli assaggi di alcuni VIP avvenivano dopo il 1° di gennaio ma prima del Benvenuto Brunello) ci è sembrato giusto segnalare, proprio per il bene del Brunello, che forse si sta esagerando.

 

E forse si esagera ancora di più quando il presidente del consorzio commenta più che positivamente sul sito ufficiale del consorzio stesso i risultati di questi assaggi, mi si passi il termine,  “settimini”.

 

Pare che le nostre parole non siano cadute nel vuoto e abbiano innescato una discussione tra i produttori, che è culminata ieri in una riunione dove purtroppo le cose sono rimaste come erano.

 

Noi ribadiamo che per il bene di tutti i produttori e della denominazione certe regole dovrebbero essere rispettate, altrimenti si innesca una “fuga in avanti” verso l’assaggio settimino che rischia di causare notevoli danni. Se ci sono delle regole, anche se non scritte chiaramente nero su bianco, queste devono essere rispettate da tutti perché altrimenti il non rispetto avvantaggerebbe il produttore x rispetto a y, innescando una situazione difficilmente controllabile.

 

Noi continuiamo a sperare che il consorzio scenda in campo è imponga  il rispetto delle regole  e speriamo che lo faccia in fretta, perché la situazione sta prendendo sempre più una brutta piega.

 

Due giorni fa infatti, in una degustazione pubblica a Bologna guidata da Luca Gardini, ben tre aziende di Montalcino hanno presentato in degustazione al pubblico presente il loro Brunello di Montalcino 2011, che potrà uscire in commercio e quindi fatto assaggiare liberamente solo dal 1° gennaio 2016….

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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  1. Personalmente non assaggio mai “prove di botte” perà³ sai che é normale che quando il giornalista visita una cantina gli si faccia assaggiare anche vini non pronti. Quindi la situazione spazia da questa prassi da una parte fino alla oggettiva “illegalità¡” di far uscire dalla cantina un vino non ancora ufficialmente commerciabile. La domanda é: chi decide cosa e quando ? E’ una cosa grave, oppure solo giornalisticamente fastidiosa ? E forse anche un po’ autolesionistica da parte dei produttori ? Ma se il produttore é certo della qualità¡ ormai definitiva del proprio “quasiBrunello” perché non farlo assaggiare al Lattonzolo di turno ?

  2. Sono assolutamente d’accordo. Fare assaggiare anticipatamente questo vino (come moltissimi altri) equivale a farsi un autogol. Se però l’intento è quello di giudicre il nome o l’etichetta invece del prodotto, tutto cambia. Il vino in bottiglia cambia meravigliosamente ma se i produttori questo non l’hanno capito (e gli enologi non glie lo spiegano) possono anche cambiare lavoro. Sul Brunello la bottiglia non basta mai!!

  3. Credo che sia opportuno tornare alla sostanza della cosa, francamente mi pare che stiamo facendo di un topolino una montagna. Assaggi da botte ci sono sempre stati, non è certo una novità . Cosଠcome non è una novità  la gara tra giornalisti a chi esce per primo; ciascuno cerca di fregare i colleghi, sai che cosa strana! Per cui mi pare che scandalizzarsi per Suckling è come scandalizzarsi perché una prostituta non è vergine. Altro discorso è l’opportunità  che il Consorzio dia pari opportunità  a tutti i giornalisti, e disciplini la materia con un regolamento interno molto rigido. Questo lo trovò non solo opportuno, ma anche necessario.
    PS incidentalmente, io il vino a quella degustazione non l’ho scelto di non mandarlo, ma non critico certo chi ha fatto scelte diverse.

  4. Credo ci sia una bella differenza tra l’assaggiare il vino “in cantina” in ogni suo tipo di materializzazione e stadio (quando questo avviene è ben chiara la situazione ed è coerente anche il parlarne e scriverne ben circostanziando le condizioni di assaggio), ben altra è l’uscita pubblica e “ufficiale” dove la bottiglia esce materialmente dalla cantina dando il messaggio di già  dispoinbile e fruibile al mercato. Non dico nulla di nuovo se ritengo il mercato del vino italiano nel suo complesso molto immaturo in ogni suo comparto, un esempio che mi balza subito alla mente è il novello: in Francia è un evento nazionale, il rigore con cui non può uscire dalle cantine prima di una certa data è un punto di forza e ci sono addirittura dirette televisive che riprendono l’evento di quando i camion alla mezzanotte lasciano le cantine per tutto il paese….in Italia…noi siamo più furbi, la corsa è quella di fornire prima di altri il ristoratore o l’enotecartio di turno che, sottobanco, si fa bello con il cliente di turno che lo vuole avere nel bicchiere prima di altri; il risultato: cantina, operatore e appassionato complici di quello che per l’Italia poteva essere un buon successo commerciale e si è trasformato in un clamoroso flop. Uno dei tanti treni persi…

  5. Rieccoci con un’altra confusione!
    Quello che decide di fare un vignarolo nella sua cantina sono affari e stile suoi.
    Un assaggio in botte o (nel caso nostro) un assaggio di un Brunello o di una riserva che uscirà  fra alcuni mesi è un privilegio che si dà  ad alcuni prescelti “a condizione” che il prescelto faccia solo note personali di indagine su quel vino che saranno SOLO pubblicate quando il vino uscirà  legalmente. Questa premessa alla degustazione deve essere chiara. Produttori e giornalisti devono capire che le chiavi di lettura del nostro Sangiovese sono semplici e chiare: Il Rosso di Montalcino è l’araldi del Brunello e presenta l’annata; il Brunello annata è l’araldo della Riserva che verrà .
    Chi esce dai parametri per avvantaggiarsi sui media perde onorabilità  e serietà .
    Giuseppe Maria Sesti

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