Il 30° Benvenuto Brunello anticipato a novembre 2021: cosa vuol dire?4 min read

Sarà il caldo di questi giorni, sarà che parlare di vini rossi importanti adesso può essere visto “fuori stagione”, ma la notizia che Il Consorzio del Brunello di Montalcino organizzerà l’Anteprima del Brunello 2017 nel prossimo mese di novembre (dal 17 al 28), anticipandolo di ben quattro mesi, è passata sottotraccia.

Eppure si tratta, nel bene o nel male, di una delle più grandi rivoluzioni nel mondo delle anteprime italiane.

Ho tenuto a precisare “nel bene e nel male” perché non ho le idee chiarissime in merito, pur se è da qualche giorno che ci rimugino.

La cosa che per prima mi colpisce è che è crollato un tabù, un vero e proprio muro , quello che prevedeva la presentazione ufficiale dei vini da parte dei consorzi di tutela non prima della messa in commercio ufficiale. E’ una cosa importante questa e apre la strada a molti scenari, non tutti positivi. Sicuramente si troveranno avvantaggiati (oltre ai produttori di Brunello di Montalcino) tutti gli importatori, i grandi distributori esteri e in generale coloro che commercializzano il vino non direttamente al consumatore finale e possibilmente fuori dei confini nazionali.

Accanto a queste categorie si sentiranno sicuramente ancor più importanti tutti i giornalisti/blogger /influencer/degustatori social che adorano parlare dell’uovo in culo alla gallina ancora prima di vedere la gallina. Qui non parlo tanto dei 3-4 grandi nomi (che comunque dovranno anticipare ancora i loro assaggi, altrimenti come fanno ad arrivare per primi “sul mercato”) ma di tutti gli altri che alle varie anteprime pubblicano voti di vini che, nella migliore delle ipotesi, i consumatori potranno degustare non prima di 5-6 mesi. Questo è sicuramente uno dei punti importanti: un’anteprima con i vini chiaramente e ufficialmente “in divenire” mi sembra più puntata sul parlare di un territorio, di una vendemmia e non del vino X o Y. Purtroppo però tutti quelli che ci andranno si sentiranno in dovere di dare i loro voti e così avremo un quadro abbastanza distorto di vini che arriveranno solo molti mesi dopo al consumatore finale.

Con questo anticipo a novembre si arriverà praticamente a valutare  “l’uovo” Brunello di Montalcino di X o Y quasi un anno prima che la gente comune possa berlo. Infatti  ditemi l’enoteca o il ristorante italiano che abbia in carta o in vendita le nuove  annate di Brunello prima di maggio: molto più semplicemente le metteranno fuori ai primi freschi, a settembre/ottobre rendendo di fatto “vecchie” le degustazioni e i commenti dati circa un anno prima a dei vini sicuramente diversi e, allora, immaturi.

Mi viene da notare che non solo saranno vecchie ancor prima di uscire le valutazioni delle guide cartacee, pubblicate mediamente un mese prima degli assaggi ufficiali per l’annata successiva ma queste, basandosi in futuro su assaggi fatti tra novembre e febbraio-marzo, presenteranno per buone ultime degustazioni fatte molti (troppi) mesi prima. Se altre denominazioni importanti seguiranno la strada di Montalcino potrebbe essere il definitivo scrollone ad un modo di comunicare il vino che comunque ha fatto storia.

Ribadisco comunque che il Consorzio del Brunello di Montalcino ha dato un grosso scrollone all’imbalsamato mondo delle anteprime italiane, creando un precedente che rimescolerà molto le carte. Non so quello che succederà, forse ci sarà un anticipo generalizzato delle presentazioni, ma questo potrà riguardare solo i grandi vini da invecchiamento. A proposito di vini da invecchiamento, se quest’anticipo è stato pensato per far parlare della nuova annata del Brunello, che fine farà, dal punto di vista della comunicazione (e quindi del mercato) il Rosso di Montalcino?

Quello che mi preoccupa comunque è il fatto incontrovertibile che un consorzio di tutela metta ufficialmente in assaggio vini “atti a divenire”, quindi non il vino che lo identifica. Può sembrare una questione di lana caprina ma se esiste un disciplinare di produzione, fatto e approvato dai produttori,  che certifica una determinata cosa (vedi l’ingresso in commercio e quindi il momento in cui il vino, dal punto di vista legislativo, è pronto) farlo assaggiare ufficialmente due mesi prima non vuol dire, in definitiva, non seguire le regole scritte da anni.

Per quanto riguarderà noi di Winesurf non cambierà niente: andremo a settembre ad assaggiare i 2016 (ve ne parleremo, con nomi e cognomi,  ad ottobre). Al contrario delle guide cartacee i nostri saranno non solo giudizi “freschi”, dati su vini allo stesso grado di evoluzione di quelli che potrete comprare ad ottobre in enoteca o bere a ristorante, ma ponderati dopo due tornate assaggi fatti nelle anteprime di marzo e maggio.

A novembre 2021 degusteremo con piacere i 2017, solo e soltanto per farci un quadro dell’annata e riferirvelo. Ultima annotazione: se questa anteprima anticipata fosse stata una scelta non solo per far parlare dell’annata di Brunello prima, ma per continuare a far parlare per tutto l’anno (magari basandosi sulle evoluzioni dopo 4-6-8 mesi) sarebbe una notevole mossa di marketing.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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