IGP in Langa sotto una pioggia…di vino3 min read

La seconda giornata langarola degli IGP si è chiusa in una coltre di nebbia, quella che ci ha accompagnato verso mezzanotte dall’alta Langa, in particolare dallo sperdutissimo paese di Arguello a quasi 700 metri di altezza, fino a Barolo.

 

Eravamo ad Arguello  perchè invitati a cena dalla cara Federica Colla (la figlia del grande Beppe Colla, e ho detto tutto), in un ristorante aperto da poco da giovani bravi e appassionati ( rist. In Piola) .

 

Per fortuna la nebbia non ci ha accompagnato per tutto il giorno ma solo la sera, nel resto della giornata una pioggia battente (sigh!) ha cadenzato gli assaggi mattutini di Barolo 2010 e le visite pomeridiane da Poderi Colla e da Adriano Marco e Vittorio.

 

Dopo i Barbaresco 2011 l’approccio con i quasi 200 Barolo 2010 di oggi e dei prossimi giorni è stato indubbiamente positivo: I nasi sono aperti anche se in alcuni casi abbastanza maturi o in via di terziarizzazione, i tannini grassi e giustamente spigolosi, l’acidità equilibrata, i legni sempre meno invadenti (purtroppo con eccezioni). Si conferma la buona annata preventivata durante Nebbiolo Prima a maggio.

 

Come si conferma il fatto che se vuoi usare i cellulari nella zona di San Rocco Seno d’Elvio devi avere almeno un contratto telefonico con la NASA, perché quelle belle colline si rifiutano di connetterti con il mondo. Forse perché vogliono essere ammirate e, anche se ieri il tempo non era certo il migliore, osservare i colori dell’autunno velati di nebbia era comunque un bello spettacolo.

Come è stato un bello spettacolo parlare (anzi ascoltare…perché è lui che comanda) il grande Beppe Colla. Anche se gli anni cominciano ad essere tanti ha una mente molto più lucida della mia ed una memoria incredibile. Con lui la Langa ti passa davanti come un film, quel film che è stata la sua vita in vigna ed in cantina molto prima che i Barolo Boys facessero vino e andassero sugli schermi. Dopo la chiacchierata con Beppe, in attesa di alcune vecchie annate che avremmo degustato a cena, Federica e Pietro ci hanno fatto assaggiare alcuni vini tra cui il sempre buono Bricco del Drago ed il loro Pinot Nero, forse il migliore prodotto in Langa.

 

Il pomeriggio è continuato sotto le piogge: avete letto bene, è plurale. La prima è quella classica, composta d’acqua, la seconda è molto meno classica ed è la pioggia di buoni vini che abbiamo assaggiato da Adriano Marco e Vittorio, una delle cantine con il miglior rapporto qualità-prezzo di Langa. Questo sia per i bianchi (moscato secco e sauvignon veramente notevoli) che per i rossi giovani (mi son comprato un cartone di dolcetto 2013) che nei Barbaresco.

 

Con almeno 15 vini assaggiati nella loro cantina ci siamo messi in viaggio verso Arguello, non sapendo che quella ventina di chilometri sarebbero diventati una  lunga traversata nelle nebbie langarole. A 20 (ripeto 20!) all’ora siamo arrivati al ristorante con gli occhi trasformati in radar.

Ma Federica e Pietro ci hanno diradato la nebbia con un metodo classico 2004 da Pinot nero, sboccato solo pochi mesi fa di grande opulenza, grassezza e complessità. Senza dubbio la migliore bollicina piemontese che ho assaggiato in vita mia. La serata è andata avanti con altri vini ma si è chiusa in gloria con un Barbaresco  Roncaglie 1996 addirittura emozionante. Grande annata ma grande interpretazione di Beppe che nell’austerità classica è riuscito a donargli complessità e dei tannini dolcissimi.

Un vino che ci ha ricordato un modo di fare vino né migliore né peggiore rispetto ad oggi, semplicemente diverso.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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