Hanno prodotto un gin, l’hanno chiamato VaGin e io devo stare con le mani in mano?2 min read

Anche se molti mi conoscono come uno che inventa battute in qualche caso  non certo raffinate, questa notizia mi ha veramente lasciato a bocca aperta.

A Bologna è stato creato e imbottigliato un nuovo gin (se ne sentiva la mancanza…)  a cui è stato dato il nome di VaGin. I creatori hanno dichiarato di aver scelto questo nome per andare “Contro gli stereotipi di genere e contro il mondo maschilista dei bar”.

Magari se ammettevano di avergli dato questo nome solo perché così se ne sarebbe parlato li avrei apprezzati di più, ma non si può avere tutto. Visto però che hanno iniziato loro mi sento in grado di proporre una serie di gin che sicuramente attireranno chi si fa infinocchiare dal nome senza considerare la qualità del  prodotto (poi magari i ragazzi i Bologna l’hanno fatto pure buono…)

Intanto, per rimanere in tema, potrei consigliare a chi qualche anno fa sponsorizzava la riapertura delle case chiuse il nuovissimo  Gineceo, mentre per chi ama fanciulle illibate tra poco troverà in commercio il VerGin.

All’opposto, per chi odia il mondo femminile sta per uscire il MisoGin, prodotto che si imporrà anche per un ricercato packaGin.

Pare ci sia un mercato anche per gin fortemente territoriali, addirittura cittadini: in prima linea avremo il PariGin e, in veste più ridotta il PeruGin

Ma di gin che puntano a settori particolari ne stanno per entrare in commercio moltissimi: da quello per i cacciatori, il SelvagGin a quello per chi è 24 ore su 24 online, il LoGin.

Per non parlare dei prodotti diretti ai giovani e che magari invogliano anche allo studio delle materie classiche, come il Ginnasio o quello per i ragazzi sportivi , il Ginnico.

Pare anche che il mondo dell’alpinismo non sia stato risparmiato, con un prodotto però particolare, che richiede scalatori coraggiosi, che non abbiano paura di mettere il naso nel VoraGin.

Pure nel mondo della medicina stanno nascendo prodotti ad hoc, come l’AnGin pectoris, consigliato per chi soffre di dolori al torace.

Per chiudere non scordiamoci  il gin per il mercato cinese, il BeiJin, una vera e propria cilieGin sulla torta.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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