Gusto Nudo , “vignaioli eretici” a Bologna3 min read

Nel giardino sotto le mura di Porta Lame, sotto un sole impietoso, si è svolta il 9 e 10 maggio la Fiera dei Vignaioli Eretici, una manifestazione che ha coinvolto una cinquantina di aziende agricole dal Piemonte alla Sicilia.

Gli organizzatori hanno voluto mettere a disposizione del pubblico l’assaggio e l’acquisto (se desiderato) di vini cosiddetti naturali, cioè ottenuti con metodi cosiddetti  tradizionali. Insomma i produttori ce l’avevano con la chimica, i vini, per fortuna e/o per disgrazia, no.

 

L’atmosfera era quella dei mercatini, tante persone coi bimbi, molti giovani in cerca di un vino da portare a casa, anche anziani a caccia di buoni vini sfusi a due euro e mezzo!!! 

Qualche banchetto vendeva cibo, alcuni invece magliette.

 

L’impressione è stata quella della festa di quartiere. Mi sono aggirata fra le varie postazioni per avere un’idea generale dei prodotti esposti.

 

Vi dirò subito che le condizioni non erano delle migliori per i vini: troppo caldo, troppo sole, troppo poco ghiaccio per i bianchi, anche se non tutti i produttori erano molto interessati alle temperature…

Sinceramente, la prima cosa che ho guardato è stato il colore dei bianchi: avendo avuto un’esperienza precedente con i vini “naturali”, mi aspettavo certi coloracci maderizzati… invece no, alcuni erano  un po’ aranciati, altri erano rispettabili.

 

Devo dire che qualche preconcetto ce l’avevo, perché so che il vino è cosa delicata e qualche aiutino in cantina a volte lo vorrebbe, ma forse, se si è bravi e anche fortunati, si possono ottenere cose buone anche con metodi definiti  naturali, che richiedono però più tempo e più attenzione, molto lavoro.

Insomma, fra vini che per me non rappresentano il massimo ho trovato anche alcune perle. Di vino bianco, poco: il che sta a dimostrare la delicatezza del produrre bianchi senza aiuti.

Le aziende che mi sono piaciute, che producono vini di grande qualità e che vorrei citare sono tre, due piemontesi e una marchigiana.

 

Voglio precisare che a domanda “perché vi definite vignaioli eretici?” La risposta dei tre è stata… cauta e genericamente hanno detto che non fanno uso della chimica né in vigna né in cantina.

Lascio alla vostra fantasia il tutto, perché, pur avendo un po’ studiato, non sono certo un’enologa .

Il risultato di queste aziende è comunque eccellente anche perché pare abbiano vigneti da abbastanza a molto vecchi, poco produttivi e ben equilibrati.

 

 

Azienda agricola Vallorani, Colli del Tronto (AP)

 Avora 2012 (Falerio),  Sorlivio 2010 (Sangiovese), Philumene 2010 (Montepulciano). tutti vini IGP

 

Rocco di Carpeneto,  Carpeneto (AL)

Steira 2010 (Dolcetto di Ovada DOCG), Rap 2012 (Barbera del Monferrato Superiore DOCG), Ròo 2012 (Cortese Piemonte DOC).

 

Forti del Vento,  Ovada (AL)

Ottotori 2010 (Dolcetto di Ovada DOCG), Podej 2011 (Barbera del Monferrato Superiore DOCG)

Quesito finale per la curiosità del lettore: sono veramente eretici? Cercateli, magari anche solo sul web e scopritelo da soli. A me non importa nulla, solo il fatto che i vini erano veramente buoni.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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