Chi l’avrebbe mai detto 35 anni fa, durante le degustazioni non certo ortodosse e un po’ casalinghe per l’allora guida del Gambero e di Arcigola, organizzate grazie soprattutto alla passione del non ancora sindaco di San Gimignano Marco Lisi, che nella città delle torri le guide vini italiane sarebbero state tutte piacevolmente accudite durante i loro assaggi, con sommelier professionisti, sale adattissime e tutto quello che può servire per una degustazione veramente professionale? Nessuno, sbagliando alla grande, ci avrebbe scommesso una lira (allora non c’era l’euro). Il bello è che durante l’ultima edizione di Regina Ribelle non solo i guidaioli sono stati accuditi a dovere, ma anche tutti gli altri giornalisti presenti ad una manifestazione che assume sempre più connotati precisi e di livello.
Una manifestazione, Regina Ribelle, che San Gimignano merita e che è sempre più utile a stampa e ristorazione visto il crescente interesse generale per i vini bianchi.

Veniamo alla non certo facile vendemmia 2024
Il nostro interesse era in particolare attratto dalla nuova annata 2024, che sulla carta non si presentava certo sotto i migliori auspici visto un andamento stagionale abbastanza altalenante con un finale dove le piogge non hanno fatto dormire sonni tranquilli a nessuno e non solo in Toscana.
Però i bianchi si vendemmiano prima dei rossi e quindi le previsioni negative sono state, in parte, attutite e riviste. Certo non è l’annata del secolo e non aspettatevi freschezze, reattività, corpo e soprattutto profumi da cinque stelle, ma nel complesso l’annata si è salvata.
Ci siamo trovati di fronte di fronte a Vernaccia di San Gimignano dai profumi non molto intensi ma netti, che puntano più sul floreale e minerale che sul frutto. In bocca equilibrio è la parola d’ordine e dove questo manca una giovanile sapidità o, all’opposto, qualche grammo di zucchero residuo (sempre nei limiti di legge) rimette le cose a posto. In definitiva un’annata abbastanza leggera da bersi da adesso (ma è meglio aspettare 2-3 mesi) fino ad almeno 4-5 anni dalla vendemmia. Dal punto di vista della piacevolezza siamo messi piuttosto bene: non per niente su quasi 40 Vernaccia 2024 degustate ben il 66% ha ottenuto più di 80 punti e chi ci conosce sa che siamo piuttosto tirchi sui punteggi.
Tra l’altro abbiamo notato che i produttori di San Gimignano si stanno abituando velocemente ai tappi Diam (usati dalla stragrande maggioranza) utilizzando dosi di solforosa più basse e più “facilmente digeribili” nel breve, sia dal vino che dal bevitore.

Con le selezioni di annate precedenti alziamo il livello
Lo scorso anno avevamo definito l’annata 2023 “adattativa” e quest’anno non possiamo che confermarlo: annata che si è adattata ai problemi di peronospora e che adesso è matura e piacevole al punto giusto, con vini abbastanza nervosi ma di equilibrata rotondità. Va bene che i vini che escono dopo un anno sono sempre di livello superiore rispetto alle “basi” che vanno in commercio dopo pochi mesi, però la sensazione avuta lo scorso anno di annata imprevedibilmente positiva visti i problemi, rimane. Non per niente neanche un vino del 2023 è andato sotto gli 80 punti. Andando ancora dietro anche quest’anno abbiamo trovato una 2021 di livello altissimo e ormai siamo a 4 anni dalla vendemmia: questo a dimostrazione che la vernaccia di San Gimignano può dare grandi risultati dopo anni.

Vernaccia di San Gimignano Riserva, un vino che spesso non capiamo.
La chiusa della frase precedente ci porta nel mondo di quelle Vernaccia di San Gimignano che dovrebbero dare ottimi risultati solo dopo anni, cioè le Riserva. Nonostante per questa tipologia vengano forse utilizzate le uve migliori il problema sta tutto nell’uso esagerato o sgraziato o dilettantesco del legno. Pur essendoci vini ben fatti una discreta fetta è troppo marcata da legni neanche buonissimi, con risultati che speravamo di non sentire più. Se infatti consideriamo i risultati sempre migliori delle selezioni che, anche con uso del legno ma ben più equilibrato, escono dopo un anno non riusciamo a capire il perché di dover appesantire dei vini usando legni che purtroppo riportano ai primi esprimenti con il legno degli anni Novanta. Per fortuna ci sono sempre più cantine che lo sanno usare ma, pur notando risultati di buono o ottimo livello rimaniamo sempre dubbiosi sulla reale utilità di questa tipologia. Continuiamo ad aspettare con ansia l’introduzione nel disciplinare della tipologia “Selezione”, che sancirebbe un dato di fatto e lo renderebbe ancora più chiaro e appetibile dal punto di vista commerciale.
Complessivamente quest’anno abbiamo trovato e premiato 6 Vini Top, uno in meno dello scorso anno ma visti i presupposti siamo più che felici del risultato raggiunto segno che questo bianco che nasce tra una mare di rossi sta crescendo bene.