Lo diciamo chiaramente, dopo aver conferito lo scorso anno il premio di miglior rosso italiano ad un vino della Valtellina speravamo quest’anno di smuovere più produttori per i nostri assaggi. Invece è arrivato più o meno il solito numero di campioni che però non ha assolutamente sfigurato dal punto di vista qualitativo, presentandoci anche nuove aziende molto ma molto promettenti.
Che la Valtellina sia una terra dove il nebbiolo viene bene lo sapevamo, quello invece che sta succedendo negli ultimi anni è che viene anche vinificato bene praticamente ovunque, con attenzioni che in passato mancavano. Forse sono arrivate anche nuove leve a svecchiare il panorama e adesso ci troviamo di fronte ad una terra enoica dove mancano solo due cose, la coesione tra tutti i produttori e la voglia (magari anche i soldi) di investire per presentare al mondo questa realtà.

Per quanto riguarda i vini invece nessun problema: anche se abbiamo degustato vini dal 2022 al 2016 in ogni annata abbiamo trovato prodotti di alto profilo, che uniscono freschezza a nerbo e che in alcune annate anche una bella dose di “ciccia” addosso. Vini verticali molto profumati, dove solo in alcuni casi isolati il legno sovrasta il frutto.
Dal punto di vista dei risultati numerici questi parlano chiaro: quasi il 90% dei vini con almeno 80 punti (per noi, lo ripetiamo sempre, non sono pochi) e ben 6 Vini Top parlano di un’altissima qualità diffusa. Se dobbiamo trovare un neo in tutto questo dobbiamo tornare all’annoso problema dello Sforzato, che adesso oltre ad essere un vino anacronistico è anche fuorviante rispetto allo stile dei vini valtellinesi e diventa in qualche caso anche caricaturale, sia per dosi eccessive di legno che per voglia di stupire con concentrazioni oramai fuori moda.
Ma detto questo non possiamo che essere contenti degli assaggi e sicuramente, se seguirete i nostri consigli, lo sarete anche voi.