Grignolino nobile ribelle o un ribelle che sarà nobile?3 min read

Si è appena conclusa la terza edizione di Grignolino Nobile Ribelle con un +10% di visitatori rispetto all’edizione precedente e un incremento delle etichette in degustazione, oltre 200.

Come l’anno scorso tre giorni di assaggi in una location eccezionale, a Grazzano Badoglio,

Grazzano Badoglio

L’apertura delle danze è avvenuta venerdì 15 marzo nel ristorante Bagatto, con una degustazione guidata dal presidente AIS Piemonte Mauro Carosso, con 13 etichette in degustazione in tre batterie, con l’ultima che includeva i ‘Super Grigno’ (leggi Monferace), quelli che vengono definiti  il non plus ultra del Grignolino che verrà.

Degustazione molto lunga, quasi 3 ore con presentazione dei singoli produttori e storie spesso avvincenti e quasi eroiche.

Quello che si è evidenziato è il gran numero di nuove aziende guidate da giovani entusiasti e sperimentatori, ma stanno arrivando anche investitori esterni che credono nel territorio e nel futuro del Grignolino.

Un degustazione dove forse finalmente si sono riusciti a delineare tre stili ed espressioni ben distinte oltre a quelle territoriali. (Casalese: più leggero e soffice  Astigiano: maggior tannino e corpo).

I tre gruppi potrebbero essere divisi così.

Uno stile fresco e contemporaneo che predilige la freschezza e la nitidezza del frutto e delle spezie con un tannino docile e non ribelle: bevibilità  e pulizia sono la parola d’ordine.

Mi sento di citare alcune cantine che incarnano questa tendenza: Scarzella, Cinque quinti , Cascina Rey, Frasca la Guaragna, Tenuta Garetto, Franco Roero, I Parcellari.

Uno stile classico con nasi molto meno pronunciati sul frutto e spezie evidenti, tannino vivo e ruvido…e ribelle! Vino da medio invecchiamento.

Su questa strada troviamo Gozzalino, Goggiano, Da Capo, Marchese Incisa della Rocchetta, Castello di Gabiano.

Grignolino

I ‘Super Grigno’, cioè  i Monferace: vini complessi con frutti e spezie stratificati, invecchiamenti in legno a domare il tannino ribelle e complessità gusto olfattiva. L’apice ambizioso del Grignolino. Conviene citare Tenuta Santa Caterina e  Accornero.

Nel mezzo c’è ancora spazio per la sperimentazione di anfore (ne ho assaggiati tre) e, purtroppo, per vini palesemente difettosi.

Nel complesso possiamo dire che il Grignolino ha un grande vantaggio rispetto a tanti altri vitigni piemontesi e nazionali: non esiste ancora un senso assoluto e una definizione di come il Grignolino deve o dovrebbe essere. La pagina è adesso (quasi) bianca e può essere riscritta.

C’è spazio per tutti e per tutte le espressioni e ognuna farà parlare di sé (nel bene o nel male), mettendo alla luce le diverse sfaccettature del Grignolino, un vino Granatino come lo definisce Mauro Carosso.

Davide Buongiorno
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