Garnacha, Grenache, Cannonau, chiamatelo come vi pare resta sempre un gran bel vitigno a qualsiasi latitudine venga allevato.
La degustazione “Garnachas del Mundo”, tenuta in occasione dell’annuale Madrid Fusion all’interno di Enofusion e guidata da tre giovanissimi e bravissimi sommelier campioni di Spagna degli ultimi anni, ha mostrato proprio questo.
Senza alcuna enfasi e senza cadere nel tecnicismo, la degustazione ha messo in luce come questo vitigno riesca a plasmarsi interpretando il territorio di provenienza, pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche di base anche quando in uvaggio con altri.
Nove i vini presentati, dalla Francia all’Italia con una puntata in Australia ed ovviamente la Spagna, che resta il territorio con la maggior coltivazione.
E’ stato interessante vedere come i vari territori hanno interpretato questo vitigno, ognuno con il proprio stile, frutto di diversità dei suoli, latitudine e tradizione.
La Francia con due vini : Corpus 2010 Dom Brial, un Cotes du Roussillon-Village (Grenache e Syrah) e Bosquet des Papes 2009, Chateauneuf du Pape (Grenache, Mourvedre, Syrah e Cinsault). Pur di zone molto diverse tra loro hanno in comune, come da tradizione francese, l’offrire blend di grande piacevolezza.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Australia con il suo The Ironstone Pressing 2012 (Grenache, Mourvedre e Syrah).
In purezza invece il vino italiano, il D 53 Classico della Cantina Dorgali e poi tanta Spagna della denominazione Campo de Borja: Tres Picos 2014 di Borsao ; Fagus 2013 di Aragonesas, Terrazas del Moncayo 2012 di Santo Cristo e Alto Moncayo 2012 di Alto Moncayo.
Sul vino della Cantina di Dorgali nulla da dire; ha fatto la sua bella figura mostrando il suo carattere isolano con bella complessità olfattiva e frutto succoso e tannini dolci e fitti.
Anche i vini Spagnoli, con espressione di stili diversi, mi sembrano in parte abbiano smentito il luogo comune che li vuole debordanti e monolitici, presentandosi invece eleganti ( il vitigno aiuta) anche se con legni che ancora condizionano l’aspetto gusto-olfattivo. Decisamente un gran bel risultato se li si paragona a vini di qualche anno fa.
Una panoramica complessivamente esaustiva e di grande livello qualitativo, preludio della manifestazione Grenaches du Monde che si terrà a Saragoza il 5 febbraio, condotta in modo esemplare dai tre giovani campioni della sommelerie spagnola.
Per concludere in bellezza anche Cadene 1996 Banyuls Etoile, a dimostrazione della versatilità di questo vitigno spesso a torto sottovalutato. Un piccolo emozionante capolavoro dal colore mogano e da profumi complessi di pugna, fichi e frutta secca ed un pizzico di miele. Palato eccellente, levigato con ritorni di note speziate e caffè e finale lunghissimo.
In somma una bella degustazione per dimostrare come questo grande vitigno possa esprimere potenza ed eleganza con un fil rouge che lega territori così diversi.