Gorgona: il vino magico del Graducato4 min read

Come isola del tesoro vinicolo Gorgona ha concorrenti ben più agguerrite, che avrete certamente ben presenti. Tuttavia il vigneto magico esiste, con Ansonica e Vermentino piazzati in un anfiteatro collinare chiamato Il Campone, ed è sul lato nord-est.

La struttura dell’isola è montuosa, con venti più che altro da sud: significa buona protezione dal peggio che può soffiare ma al contempo garanzia di ambiente pulito come solo può garantire la distanza di una quarantina di chilometri dalla terraferma. Il  terreno ricco di sabbia fa il resto e verrebbe la tentazione di impiantarci viti a piede franco.

Tutt’intorno è solo macchia mediterranea, fra cui mi hanno colpito diverse, bellissime varietà di rosmarino. Siamo nel Parco nazionale dell’ Arcipelago Toscano, non meraviglia che in questa situazione ci si possa limitare a rame e zolfo da parte dei lavoratori-detenuti.

Già, perchè il vigneto è demaniale e Gorgona è dal 1869 un’isola-penitenziario dove i reclusi-ma-non-troppo (comunque fra quelli che scontano pene consistenti) si dedicano ad agricoltura, pesca e allevamento anziché marcire in altre stipatissime strutture nazionali. Queste ci hanno fatto guadagnare recentemente il terzo posto della vergogna (dopo Serbia e Grecia) nella graduatoria di sovraffollamento stilata dal Consiglio d’Europa: una media di 147 presenze per ogni 100 previste.

Oggi il Progetto Granducato del Ministero della Giustizia vuole consolidare le produzioni, fornire sbocco commerciale alla filiera locale e più che altro indicare un modello, come è stato chiarito il 30 maggio scorso a Roma dallo stesso ministro Cancellieri durante la presentazione. Ve l’immaginate se a mantenere e valorizzare il patrimonio pubblico italiano potesse contribuire in qualche modo la popolazione carceraria?

Ed ecco che per quanto riguarda il vino siamo a provare la prima annata imbottigliata con la collaborazione di Marchesi de’ Frescobaldi. Ma gli assaggi a cui siamo stati invitati comprendono anche formaggi prodotti dai detenuti (eccelsa la ricotta) insieme a pane e focacce, nonché dolcetti di mandorle appartenenti alla tradizione di qualche realtà extracomunitaria qui rappresentata. Ottimo, ci tengo a segnalarvelo, l’extravergine da olive raccolte e frante in loco.

Vi contribuisce una cultivar recentemente identificata come strettamente locale (una ventina di alberi!), forse risalente ai vari tentativi di colonizzazione agricola di Gorgona praticati per secoli in varie ondate, partendo dagli Etruschi e passando per i Romani, i monaci Certosini, i Pisani e i Granduchi.

L’amministrazione penitenziaria è attiva, e con la collaborazione di varie figure esterne di affinatori e confezionatori spera di far arrivare ai palati di terraferma anche il miele o i prosciutti. Per il momento è Lamberto Frescobaldi ad essersi preso a cuore questa realtà e dall’anno scorso ha spedito i suoi agronomi ed enologi a dare le dritte ai particolari lavoratori del posto, che in un futuro – questo è l’auspicio – potranno farne tesoro per attività più libere. Nel frattempo ha coinvolto Argotractors per l’uso gratuito di un trattore. D’altra parte il lavoro non mancherà: nei prossimi mesi ci sarà da rinfoltire il vigneto piantato nel ’99 ma trascurato per qualche anno e ricco di fallanze, e c’è l’idea di estenderlo per arrivare a un paio d’ettari (attualmente siamo alla metà).

L’edizione 2012 del “Gorgona” è limitata a 2700 bottiglie compresa qualche magnum, vestite di una bella etichetta dalla sottile narrazione poetica e che pure si noterebbe in mezzo ad altre cento, omaggio di Simonetta Doni. Il vino è facile alla beva, contenuto nel tono alcolico e marcato da quella persistente sapidità che spesso associamo all’ambiente marino. Affinato solo parzialmente e brevemente in legno – e neanche si direbbe – è dotato di uno schietto fruttato maturo, che trova un limite solo nella mancanza di complessità che ci si aspetterebbe da un prodotto esclusivo per tiratura e probabile prezzo finale,  vista la destinazione all’alta ristorazione.

Certamente lo si troverà all’ Enoteca Pinchiorri, altro partner del progetto, dove Annie Feolde ha completato l’ adozione dell’isola inserendo nel menu estivo il “Risoni al limone verde con chiocciole di Gorgona”. In alternativa  potreste andarvi a gustare l’isola – gastronomicamente e non solo – nell’appuntamento del prossimo 13 agosto, per un evento a vero chilometro zero dato che la superficie di Gorgona supera appena i duecento ettari. E’ in programma un “pranzo galeotto”, sulla scia delle analoghe cene che hanno reso famose negli ultimi anni le aperture al pubblico della fortezza di Volterra. Lì lavora alla direzione penitenziaria Maria Grazia Giampiccolo, alla cui dedizione si deve in buona sostanza quanto sta succedendo.

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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