Gambero /Slow Food: divorzio del secolo o un secolo di divorzi?2 min read

La primavera in Italia si riconosce da due cose: tornano  le rondini e le immancabili voci sul divorzio Gambero Rosso/ Slow Food riguardo alla guida vini.
Anche quest’anno, molto prima di ammirare le rondini, gli occhi hanno lasciato posto alle orecchie. Queste si sono levate al cielo per udire qualche borbottio, qualche temporalesca affermazione che puntualmente è arrivata. “Si separano!” afferma Francesco Arrigoni. Si separano? Riprendono con tono interrogativo giornali on line e blog. 
Segue coro di smentite da parte dei diretti interessati, senza però smentire del tutto, lasciandoci così come “color che son sospesi”.
Prima di fare ipotesi più o meno fondate devo fare un distinguo tra quello che succedeva negli scorsi anni e quello che potrebbe succedere nel 2009. In passato sono quasi convinto che la voce nasceva praticamente da sola e tutti e due i contendenti erano ben felici che prendesse corpo e consistenza. Tutta pubblicità, tutto sano sproloquio che però ricordava ai produttori in quali mani fosse il bastone del comando…..proprio nei giorni in cui si iniziavano a stringere i contratti pubblicitari per la nuova edizione.

Quest’ anno la situazione potrebbe essere diversa: la crisi del Gambero Rosso è gravissima.  Ogni giorno si discute di cassa integrazione per un congruo numero di persone e addirittura di recente le trattative su questo scottante argomento sono state sospese per incapacità delle parti di giungere ad una soluzione condivisa.  Si delinea sempre più la volontà della nuova proprietà di “far dimagrire brutalmente” il povero crostaceo, anche a costo di mettere per strada una cospicua fetta di dipendenti. Con una situazione del genere la guida vini potrebbe essere l’ultima spiaggia per una buona raccolta pubblicitaria ma anche un impegno molto difficile da portare avanti.
Resta comunque l’unica gallina del gruppo che faccia uova (quelle d’oro sono finite da tempo) e sopprimerla o dividerla in due tronconi sarebbe operazione quasi suicida. Infatti la stragrande maggioranza delle commissioni d’assaggio  è marcata Slow Food e, in un ipotetica divisione, se al Gambero restasse il marchio, questo sarebbe difficilmente utilizzabile per carenza di personale “degustativo” (parte del quale messo, magari, in cassa integrazione).

Sul fronte Slow Food è probabile che si stia in attesa e, nello stesso tempo, si voglia garanzie. Cosa succederebbe se il GRH fallisse prima di aver messo fuori la guida? Nel mezzo al guado ci rimarrebbe anche Slow Food. Per questo penso che l’unico motivo di separazione sarebbe se Slow Food  giudicasse “moribondo”  il partner, lasciandolo al proprio ineluttabile destino.

Quindi,  per i tanti amici che ho tra i collaboratori del Gambero, spero vivamente che la guida si faccia. E poi, parafrasando la pubblicità, che mondo sarebbe senza la guidella?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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