Firenze: le Guide da Guido.3 min read

Il 30 novembre è stata una domenica difficile per Firenze percorsa dalla maratona, con un blocco del traffico protratto fino al tardo pomeriggio e una pioggia implacabile. I disagi non sono riusciti però a  mettere troppo in difficoltà l’ iniziativa enologica di cui vi riferiamo. Un pubblico selezionato era stato invitato a confluire nella storica Piazza del Carmine presso il Loft, spazio di recente restauro dal sicuro fascino. Qui l’ amico Guido Ricciarelli, collega giornalista per Spirito Divino e collaboratore di punta di Vini Buoni, ha messo su la quarta edizione di "Quelli che…le guide"; un evento ristretto volutamente agli addetti ai lavori, ma potenzialmente intrigante per qualsiasi appassionato. L’idea è semplice e fruttuosa: mettere intorno allo stesso tavolo i curatori delle guide vinicole a confrontarsi, con contorno di giornalisti e produttori. Stavolta erano presenti Daniel Thomases per I Vini di Veronelli, Giancarlo Gariglio per Il Gambero Rosso-Slow Food e Luigi Cremona per Vini Buoni d’ Italia, mentre Ernesto Gentili de L’Espresso non ce l’ha fatta ad arrivare. Notevole la corrispondente schiera di etichette per l’ assaggio finale, in rappresentanza delle aziende che hanno messo d’ accordo un po’ tutti in questo 2008. 
La conduzione da gentleman di Ricciarelli ha trasformato il potenziale scontro in una chiacchierata interessante, dove sono stati toccati argomenti  vitali. Tanti sono stati i dettagli evidenziati riguardo al lavoro dei degustatori-compilatori partendo dalle "filosofie di assaggio" che ne sono all’origine, e i produttori presenti hanno ascoltato con comprensibile interesse. Non è frequente argomentare intorno alla fatica di noi assaggiatori, mettendo in risalto scelte fondamentali come valutazioni in centesimi, ventesimi o per fasce, blind o non-blind tastings, degustazioni di gruppo o assoli, schede impostate più sui vini o prevalentemente sulle aziende, accento sul numero di presenze o sostanziale selezione. Tutti punti molto interessanti, anche se è restato fuori quello che poteva essere il tema più scottante: cosa porta a giudizi a volte sostanzialmente diversi?
I vignaioli si son fatti sentire: non solo perchè erano presenti (almeno con le loro bottiglie) una cinquantina dei migliori fra i migliori nazionali, ma soprattutto perchè la loro voce ha voluto ribadire un ruolo primario, almeno a questo livello di qualità, rispetto ai soggetti definiti "trasformatori" del prodotto vino. E forse anche rispetto a noi comunicatori, firmatari di guide e riviste, siti e blog enologici. “Non è che ci sono troppe guide?” Si è domandato Costantino Charrère di Les Cretes, presidente della giovanissima Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Ma più che altro i guidaioli della carta stampata si sono sentiti il fiato addosso di chi usa la rete elettronica invece delle librerie. Un numero sorprendente di volte, infatti, il discorso ha toccato questo filone, mettendo in risalto certi vincoli di calendario annuale inevitabili per l’oggetto-libro da una parte, e una maggiore vitalità e interattività dall’altra, anche se la qualità dei prodotti in rete è ancora più sfuggente e difficile da valutare.  

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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