La battuta non è mia ma di una simpatica collega: “Come si riconosce un vigneto di Schiava da quello di un altro vitigno? Semplice, un vigneto di Schiava, al posto dei fili di ferro ha le catene….”
Aldilà delle battute le catene della Schiava, vino con un nome italiano molto strano (In tedesco si chiama Vernatsch che tradotto potrebbe essere vernaccia), esistono e si trovano nella mente dei produttori altoatesini, che quasi si vergognano a presentarla al di sotto di Trento. Di questa cosa abbiamo parlato più volte, ma c’è almeno un giorno l’anno in cui le Schiave/Vernatsch gettano le loro catene e si presentano per quello che sono: degli ottimi vini, incredibilmente versatili e adatti ai piatti più diversi.
Questo giorno si chiama “Trofeo Schiava Alto Adige” ed ogni anno si svolge a fine maggio nella splendida cornice dell’Hotel Vigilius, albergo accoccolato a quasi 2000 metri di altezza e da cui si gode di panorami mozzafiato. I giudici del trofeo (quasi tutti giornalisti di lingua tedesca) hanno avuto però poco tempo per ammirare il panorama: prima le selezioni per l’accesso in finale (quasi cento vini) poi le finali, durante le quali sono state riassaggiate più di quaranta schiave. Alla fine sono stati premiati nove vini tra le varie denominazioni a base di Schiava.
nella categoria AA Lago di Caldaro
Alto Adige Lago di Caldaro classico superiore Puntay 2010, Erste + Neue, Caldaro
nella categoria AA Schiava e Schiava Grigia
Alto Adige Schiava Rotfüssler 2010, Colterenzio
Alto Adige Schiava Grigia 2010, Cantina Cortaccia
nella categoria AA Meranese e AA Val Venosta
Alto Adige Meranese Schickenburg 2010 – Cantina di Merano
nella categoria AA Santa Maddalena
Alto Adige Santa Maddalena classico 2010 – Christian Plattner, Tenuta Waldgries
Alto Adige Santa Maddalena classico Huck am Bach 2010 – Cantina Produttori Santa Maddalena
Alto Adige Santa Maddalena Rielerhof 2010 – Josef Brigl
nella categoria Schiava annate diverse
Alto Adige Santa Maddalena Häusler 2009 – Cantina Terlano
Alto Adige Schiava Passion 2009 – Cantina San Paolo
Per ribadire la facilità di beva della schiava è stata, per la prima volta quest’anno, creata una giuria di consumatori che hanno eletto schiava dell’anno L’Huck am Bach 2010 della Cantina Produttori Santa Maddalena.
Al termine della manifestazione, conclusasi con una bellissima cena finale (dove, per dimostrare la versatilità del vino,sono state proposte ricette di varie regioni), cosa consigliare agli organizzatori capitanati dal caro amico e collega Otmar Kiem? Di “esportare” il Trofeo Schiava sotto l’Adige, proponendolo alla stampa italica di alcune importanti città italiane: Milano, Firenze, Roma, Napoli, tanto per cominciare.
Solo così il Trofeo perderà quel bellissimo ma soffocante esclusivismo che porta a parlare di Schiava solo chi già normalmente ne parla.
Credo sia giunto il momento di aprirsi al mondo italico, che già apprezza i vini altoatesini, e far conoscere in maniera organizzata e numericamente importante le caratteristiche e le qualità di questo vitigno.