Etilometro, cerchiamo di saperne di più.3 min read

Alcune informazioni sugli etilometri che possono tornare sempre comode.

   
Spesso, quando si parla di dosi e limiti spunta fuori la frase “Gli uomini non sono tutti uguali, quindi regole precise non esistono”. Vi farà piacere sapere che anche gli etilometri non sono tutti uguali.

gli etilometri possono essere classificati per principio di rilevamento e questo può essere chimico o elettronico. Per quanto riguarda gli etilometri elettronici un’ulteriore classificazione si può avere tramite il tipo di sensore, sicuramente il componente più importante. Questi possono essere di quattro tipi, in ordine di precisione di rilevazione.
1. Sensori a combustione catalitica
2. Sensori a semiconduttore specifico
3. Sensori elettrochimici
4. Sensori a raggi infrarossi

La Polizia dovrebbe essere dotata solo del tipo a raggi infrarossi. Questo ha costi molto alti, di diverse migliaia di euro, mentre gli altri, in particolare quelli della prima fascia, si attestano attorno a qualche decina di euro.

Per quanto riguarda la taratura il discorso diventa  molto più complesso: generalmente viene distinta
la prestazione offerta dall’etilometro sotto due aspetti:
1- aspetto puramente metrologico (ovvero la misurazione del dato).
2- aspetto legale (ovvero se e come quella misurazione ha valore legale)

Per l’aspetto metrologico, il valore della misura che ne deriva, necessita di soddisfare entro specifici limiti, due caratteristiche:
A- precisione;
B- ripetibilità.

Queste due caratteristiche determinano il valore dello strumento. L’aspetto metrologico che ne consegue e piuttosto complesso, in quanto se è già di per sé complesso definire una misura diretta ( come ad esempio la semplice misura per confronto che si effettua ad esempio con un metro) la cosa diventa ancora più complessa per le misure indirette come nel caso dell’etilometro.

Ma su quali principi funziona l’etilometro, in particolare quello elettronico?
si è partiti dal fatto che:
1- più alcool c’è nel sangue minore è la capacità di reagire agli stimoli da parte di un individuo (quindi l’elemento critico da misurare è la grandezza di concentrazione di alcool nel sangue);
2- esiste una relazione tra alcool disciolto in un liquido e alcool rilasciato in aria dal medesimo e siccome l’aria espirata contiene una certa percentuale di questo alcool allora si può indirettamente risalire al contenuto di alcool nel sangue.

Si tratta quindi di una misurazione indiretta e se vogliamo che questa misurazione  sia legalmente riconosciuta si deve passare dal “mondo delle misure” al “mondo del riconoscimento legale delle misure”, dove in pratica le conoscenza scientifiche vengono formalizzate definendo, oltre al COME, il CHI definisce l’idoneità dello strumento e quindi la VERITA’ della misura che ne consegue.

Per fare questo lo strumento di misura deve subire procedure di convalida definite legalmente attraverso:
a- la verifica prima
b- la verifica periodica (solitamente con periodicità annuale)

Queste procedure comportano tempi lunghi, costi alti e sono di dominio di enti accreditati dal Ministero.
Sulle verifiche degli etilometri, in particolare di quelli in dotazione delle forze dell’Ordine, esiste un preciso decreto il quale afferma che: “ I dispositivi di regolazione degli etilometri, particolarmente quelli di taratura dello zero e di calibrazione, non devono essere accessibili agli utilizzatori e devono essere protetti mediante sigilli o sistemi equivalenti.”

 

Ringrazio sentitamente l’ingegner Marco Mambrini per avermi messo a disposizione moltissime informazioni sugli etilometri. Se non avessi avuto le sue dritte, avrei impiegato mesi per mettere assieme questo materiale.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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