Dioniso, nel Vulture l’Aglianico conferma la sua espressività2 min read

Non ci stancheremo mai di ripetere che l’Aglianico è un  grande vitigno, capace di reggere il confronto con i vini più famosi d’Italia ed anche oltre.

Ciò detto, occorre anche dire che i vini che si ottengono da questo straordinario vitigno non sono per niente  facili, specie se si pretende da loro cose che non sono nel loro natura, come l’immediatezza.

Tutt’altro che immediati sono vini che vanno colti nel momento giusto, senza pretendere che siano pronti l’anno dopo, come avviene per altri.

Il rovere, ma senza eccedere , a mio avviso preferibilmente grande, svolge una funzione fondamentale nello smussate alcune spigolosità che questo vitigno presenta specie in età giovanile.

In generale il facile mercato ricerca vini fruttati, morbidi e vellutati, di facile approccio anche se consistenti  e con  profumi di rovere ben marcati.

L’Aglianico nella interpretazione della Tenuta Eleano con il suo Dioniso 2008 si propone con un altra  altrettanto  e forse più accattivante ed invitante lettura.

Il colore è un invito al bere, intenso quanto basta ma non impenetrabile, brillante ed  integro nella sua dimensione.
Il naso presenta un frutto rosso  da cui salgono note speziate di  chiodo di garofano e liquirizia.

E’ in bocca che si esprime più compiutamente ben interpretando il vitigno da cui proviene, nessuna mollezza ma neanche spigolosità,con corpo non esuberante elegante, a mostrare  una materia non comune, da cui lievi e fini sensazioni di pepe e poi di tabacco biondo.
Un finale di grande piacevolezza  con tannini vivi e finemente lavorati che rendono appagante  una delle più belle interpretazioni dell’Aglianico in circolazione, anche tenendo conto del prezzo che difficilmente supera i 12 euro in enoteca.

 

 

Dioniso 2008
Aglianico del  Vulture DOC
Azienda: Tenuta Eleano
Tel.: 0972 722273
Uvaggio: Aglianico
Giudizio: Ottimo

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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