Dieci, cento, mille mail: perché??????3 min read

Domanda alle aziende, alle PR, alle agenzie di PR, a tutti coloro che in questi giorni ti mandano mail per invitarti al loro stand, ad una degustazione, una manifestazione, una discussione, una qualsiasi cosa a Vinitaly. Secondo voi tutto questo scrivere e spedire che fine farà???? Verrà letto, messo accuratamente da parte per poi essere usato senza meno in fiera, oppure verrà cestinato, magari accompagnato da un salutare “vaffa” perché è il centesimo comunicato che ti arriva????????

 

A voi la difficile risposta, nel frattempo mi faccio io una domanda: quando non esisteva internet non è che mi arrivavano cento inviti per posta la giorno per 10 giorni…vuol dire che le aziende sono enormemente aumentate oppure che visto non costa nulla si mandano mail ad libitum???

 

Sicuramente non costa nulla ma ancora più sicuramente non si ottiene proprio nulla! Zero tagliato su zero tagliato!

 

Forse sarebbe il caso di inviare  ( come quelli  o quelle che sanno fare il loro mestiere fanno) i comunicati un mese  prima, oppure di riscoprire  i piccioni viaggiatori, la diligenza, i segnali di fumo, il tam tam o, più semplicemente, la posta.

 

Care aziende, care PR, cari tutti….ma perché nei giorni immediatamente prima di Vinitaly ci sommergete di mail che non verranno mail lette? Lo sapete o almeno lo immaginate che è controproducente??? Vuol dire che vi siete decisi all’ultimo momento a fare qualcosa e questo suona tanto di rabberciato, sconclusionato, disorganizzato. Lo stesso fa Vinitaly con una serie giornaliera di comunicati che solo per il titolo lungo come un post ti spingono ad avvicinarli prontamente “all’archivio storico” alias cestino.

 

Ma perché questa assurda rincorsa alla mail che non sarà mai letta? A questo proposito un’ideina me la sono fatta. Sarò cattivo ma come diceva Andreotti “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Per le mail mandate direttamente dalle aziende si tratta solo di scarsa conoscenza dei mezzi di comunicazione: un produttore è un produttore, non un esperto in quel difficile settore. Per le PR (anche se con le dovute eccezioni)….mi sbaglierò ma….credo che tutto questo mare di mail a uno-due-tre giorni dalla fiera serva solo a giustificare la prossima fattura da fare al cliente.

 

Infatti in quale momento dell’anno meglio che a Vinitaly si riesce a toccare con mano il risultato di un’agenzia di PR con x giornalisti e y esperti portati in qualche stand? Le mail quindi sono il fuoco di sbarramento per dimostrare che tizio o caio è stato contattato e soprattutto per bloccarlo con la stessa scusa se lo incontri al Vinitaly.

 

Devo ammettere che ci sono diverse PR e diverse agenzie che agiscono in maniera più professionale, preparandosi per tempo, ma in questi giorni si riesce difficilmente a distinguere il grano dalla pula.

 

Ogni anno è sempre peggio e quest’anno con Prowein ad una settimana da Vinitaly, siamo arrivati alla follia.

 

Giuro che la prima azienda che mi manda una raccomandata A.R. un mese prima della fiera per invitarmi allo stand, vado a visitarla (dall’anno prossimo però).

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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  1. Dà  fastidio anche a me ricevere tanto spam che rischia d’intasare la casella e-mail, però devo dirti che alle grandi fiere del vino ci sono talmente tanti espositori che si rischia di non riuscire a trovarli tutti, sparsi come sono. Lo sanno anche loro che al visitatore basterebbe, all’ingresso, prendere il dépliant con l’elenco degli espositori e la mappa, quindi è inutile perfino che ti avvisino prima. Lo sanno anche loro che a un visitatore come un blogger o a un giornalista del vino offrirebbero tutti gli assaggi che vuole anche di notte e lontano da occhi indiscreti, quindi è inutile perfino invitare alle degustazioni. Ma l’e-mail non costa nulla e te la mandano. Quei pochi amici veri che ho fra i produttori non mi mandano mai nulla, tanto lo sanno che li andrei a trovare anche in capo al mondo, quando decidessi di andare a una di queste fiere. Ma sanno anche che NON ci vado dal 2003, troppo casino, troppa ressa, troppe luci, troppi rumori e al vino, come a me, tutte queste cose non fanno bene. Io poi non scrivo per lavoro, ma per passione, quindi non ho nemmeno bisogno di sgomitare con gli altri per scrivere prima o in esclusiva o per polemizzare. Ci sono troppi autoreferenziati nel campo degli intenditori di vino, ci sono troppi commercianti che si spacciano per indipendenti soltanto perché hanno un blog, ci sono troppi duri e puri con gli scheletri nell’armadio. E come ai Barolo veri non fa piacere stare sullo scaffale con quelli da pacco natalizio a prezzi stracciati, a me non fa piacere camminare fra gli stessi stand dove questi galletti vanno a farsi notare. Ciao, Carlo, ti auguro che la gamba non ti faccia male durante il Vinitaly, che di km a piedi ne dovrai fare tanti…

  2. Caro Mario, tu non ci vai dal 2003 io solo dal 2011. Neanche io vado in fiera, tanto non ci faccio nulla.

  3. Ci accomuna anche questo! Beh, sono contento che almeno la tua gamba avrà  un’occasione in più per riabilitarsi, invece che per soffrire. Come ti va con la guida in Russia?

  4. Caro Carlo,
    ed ecco una PR che, chiamata in causa, si inserisce nel discorso. Siamo d’accordo al 100% sulla scarsa professionalità  delle agenzie di comunicazione che mandano un invito a due giorni dalla fiera o dei produttori che non hanno familiarità  con la comunicazione, quelli che ti dicono candidamente: “Non ho bisogno della PR perché i comunicati li fa mia figlia – alias mia sorella, mia moglie, mia cognata ecc. ecc. – che scrive tanto bene!”. Sono anche d’accordo sul fatto che se ti arrivano 100 mail al giorno con tema Vinitaly lo spedirle non serve a nessuno (io ne ho mandata una la scorsa settimana e mi sembrava di essere in solenne ritardo!). Però … intanto quello di giornalista è il vostro lavoro e qualche rottura di scatole ci dovrà  pur essere :-))), poi dovreste ormai sapere quali sono le agenzie serie che fanno comunicati solo quando c’è la notizia e quindi non vi scrivono tutti i giorni o, peggio, più volte al giorno! Quelle mail le leggete e le altre le cancellate …mentre stanno arrivando!!! E infine fate ben presente la cosa ai produttori e cosà¬, pure noi che facciamo parte di questa categoria di professionisti veri e seri, facciamo meno fatica a spiegare loro che la nostra bravura non dipende dal numero di mail e comunicati che inviamo, ma dalla sostanza in essi contenuta. E chissà  che questo non contribuisca ad una selezione delle agenzie stampa e delle PR e magari anche a far capire che non basta saper scrivere un comunicato, è più importante sapere “cosa scrivere in un comunicato!”
    Buon Vinitaly a tutti …
    Vi aspetto al PAD ………………..

  5. Penso che per diminuire in modo sensibile le e-mail basterebbe l’obbligarietà  di allegare ad ognuna un biglietto d’ingresso.

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