Roberto Tonini ha scritto un pezzo che secondo lui, non parla di vino. Parla di amicizia e di cosa succede quando uno o più amici vengono a mancare. Ma cosa sarebbe il vino senza amicizia? Bere da soli è triste e sbagliato, bere un buon vino con un amico è la cosa più bella che si possa fare. Quanti ricordi abbiamo di grandi vini bevuti con grandi amici. L’amicizia è condividere le cose belle, come il vino. Per questo le parole di Roberto parlano anche di vino, di quello condiviso e diviso, che non si può scordare e che vale sempre la pena bere: il vino della vita. Buona lettura
I bilanci di fine anno non li ho mai fatti, guardo casomai quelli in televisione, più divertenti e interessanti. Eppure quest’anno mi viene da ripensare a qualcosa che mi ha accompagnato sempre di più durante tutto l’anno.
L’amicizia
Le amicizie fatte ad una certa età sono assai diverse da quelle fatte in gioventù.
Quelle fatte nell’adolescenza e nella gioventù nascono casualmente, non per una scelta, ma solo per frequentazioni occasionali e comunione di interessi del momento. Possono durare più o meno, difficile che durino una vita.
Man mano che si avanza con l’età si fanno amicizie sempre più consapevoli, sicuramente con una qualche scelta. Possono durare o no, dipende molto dal caso e dalla fortuna. Queste sono amicizie che difficilmente ti tradiscono. Al contrario sono quelle su cui puoi normalmente contare.
E sono diverse come diversi sono gli amici. Ci sono gli amici che amano la musica come te. Ci sono gli amici che amano le letture come te. Ci sono quelli con cui esci volentieri. Quelli con cui ti metti a tavola volentieri. Ci sono quelli con cui parli volentieri. Ci sono quelli che sono sempre pronte ad ascoltarti. Ci sono quelli a cui puoi fare qualsiasi domanda o richiesta.
Quindi non si tratta di persone uguali, ciascuna può essere in linea con te solo su certi argomenti, tutte valide, ognuna con una propria caratteristica.
Ci sono persone che poi diventano punti fermi (nella)della tua vita, come fossero componenti stretti della tua famiglia spirituale. Hai contatti continui, sai dove sono, sai come trovarli, sai come parlarci. Sono talmente integrati nei tuoi pensieri che nemmeno ti rendi conto quanto siano per te importanti. Ma ci sono e ti rendono la vita più bella e interessante. Sei meno solo. Anzi, non sei mai solo. Sentimenti e legami che nemmeno lontanamente ti fermi a considerare quanto siano importanti. Sono lì con te, non hai bisogno di fare simili considerazioni.
Si potrebbe parlare di affinità elettive, sempre con forti empatie reciproche.
Poi succede che un brutto momento se ne partono, da te, dai tuoi affetti, da questo mondo. Cane.
E allora, alla fine, ti accorgi di quanto erano preziosi e in dispensabili alla tua vita. Ti manca improvvisamente una parte di te, una mancanza netta, dolorosa e fisica. Ti viene a mancare qualcosa che per te era divenuto talmente forte che nemmeno ti rendevi conto di quanto contasse. Però giornalmente quando ti imbattevi in certe situazioni ti veniva da pensare automaticamente a lui, di chiedere a lui. Ma ora non c’è più.
E allora pensi: ”Farò con qualche altro”. Ma qualche altro non è la stessa cosa. Nessuno potrà mai più essere come era lui. E allora ti rendi conto di essere più povero. Di essere stato amputato di un pezzo di te. E niente sarà più come prima. E arriva lo sgomento, quando ti rendi conto che anche la mattina dopo non ci sarà più.
Ho provato queste “amputazioni” diverse volte in questi ultimi anni. Molte volte. Troppe volte. Mi passano davanti, ora che ne parlo, i ricordi del vulcanico e poliedrico Bruno (il Popi), della dolce e talentuosa Rossana, della insostituibile e affettuosa Viviana, di Enrico, genio più unico che raro, di Giorgio con la lunga e stretta fraterna frequentazione, fino a ieri con la dipartita dell’affettuoso e caro amico Virgilio.
E tutte queste partenze fanno si che nell’arcipelago della tua vita le isole siano sempre meno, e ti senta sempre più isolato. Gli ultimi giorni dell’anno ti obbligano a guardarti indietro e attorno e tutto ti appare tristemente più povero.
Come fare? Male, ma dovrò farlo. Si va avanti. Potrò, e dovrò attingere al ricordo dei bei momenti che furono, ma con la consapevolezza che rimarranno solo (come) ricordi.