Degustazione Teroldego Rotaliano:  una crescita chiara, sia dei piccoli che delle cooperative2 min read

In una completa rivoluzione, anzi ribaltamento viticolo, che ha portato in cinquant’anni (mantenendo praticamente la stessa superficie vitata)  le uve rosse in Trentino, dal quasi l’80% al 25% del totale, spicca il dato del Teroldego, praticamente da sempre “ancorato” tra il 6% e il 7% (in particolare negli ultimi 12 anni sempre sul 6.3%).

Questo dato può far pensare ma forse è facilmente spiegabile: il Teroldego Rotaliano nasceva e nasce nella Piana Rotaliana, un terreno pianeggiante particolarissimo, creato da detriti alluvionali e ben delimitato dalle montagne che, in alcuni punti sono veramente a picco sulle case e sulle vigne. Un territorio quindi dove i 500 ettari circa che producono  Teroldego Rotaliano DOC  (poco più di 100 sono in collina e danno vita a vini IGT) sono rimasti “fedeli a se stessi” grazie sia a piccoli produttori- imbottigliatori che a produttori-conferitori delle cantine sociali.

La Piana Rotaliana

C’è stato un momento in cui il Teroldego Rotaliano stava “tentando” di diventare famoso, sia grazie ad alcuni nomi di spicco che ad alcuni vini molto blasonati che però non rappresentavano l’anima del vitigno.

Le cose sono poi cambiate ma non certo in meglio e se oggi non ci fossero dei giovani appassionati e soprattutto bravi, il Teroldego Rotaliano sarebbe entrato in un quasi definitivo dimenticatoio storico.

Ma oggi, come accennato, grazie (anche) ai ragazzi di Teroldego Evolution si possono bere ottimi Teroldego e soprattutto si può parlare con cognizione di causa di questo particolare vitigno, che porta a vini di buona struttura ma comunque mai esageratamente tannici, profumati  e di ottima serbevolezza.

Anche quest’anno i nostri assaggi hanno confermato che la strada intrapresa è quella giusta: lo testimonia il fatto che più del 70% dei vini degustati ha ottenuto almeno 80 punti (per noi, che non distribuiamo punti come noccioline non sono pochi!) e ben sei vini sono entrati tra i vini top della nostra guida.

Teroldego

Questi risultati portano soprattutto  la firma dei giovani produttori ma sarebbe miope non riconoscere che le cantine sociali trentine mettono sul mercato ottimi Teroldego Rotaliano a prezzi veramente molto bassi. Forse anche troppo bassi perché se il territorio deve crescere bisogno che i giovani trovino modo di aver una remunerazione almeno sufficiente dei loro sforzi.

Se volete saperne un po’ di più su questo problema cliccate qui

Nel frattempo godetevi i nostri consigli che spaziano su tre annate e forse mai come quest’anno propongono Teroldego armonici, dinamici, con tannini pieni ma soffusi e dai profumi classici e ben riconoscibili.

Provare per credere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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