Degustare in altissima, alta e media quota tra le nevi dell’Alto Adige: wow!3 min read

Quando si parla del vino come materia viva mi immagino processi chimici e fisici e che si svolgono tra vigna, cantina e bottiglia, insomma niente di romantico. Eppure alla Wine Cup 2020 ho sentito battere il cuore del vino.

Nata da un’idea di Michael Costamoling, patron dello Sport Hotel Panorama di Corvara, la wine experience sulla neve nasce con l’intento di unire due grandi “wow“: sci e vino.

Sul primo ‘wow’, se sapete sciare basterebbe questo a farvi mollare quello che state facendo e correre a Corvara per partecipare alla Wine Cup.

Rifugio Lagazuoi, 2.800 m. Ci siete voi, le Dolomiti, la neve e il silenzio. Perchè sulla cima del mondo c’è silenzio. Il manipolo di sciatori che si avventura fin lassù si muove tra un misto di eccitazione e rigore: a quelle altitudini e pendenze non puoi vacillare. O sai dominare la pista o lei domina te. Le partenze si scandiscono ritmate tra il fruscio dei primi metri di neve rotta dalle lame che si alza con eleganza, colpita dalla luce del sole. E con questo sei pronto a tornare a casa e averne da raccontare per giorni.

Il secondo ‘wow’. Se non avete mai fatto degustazioni ad alta quota, il cuore battente del vino non lo avete sentito. Quattro vini, 3 altitudini (2.800 m Lagazuoi, 2.000 m Passo Trieste, 1.700 m Sport Hotel Panorama): 12 profumi e sapori nettamente diversi.

Eccovi i vini protagonisti:

Chardonnay 2017 e Bianco 2016 (70% Sauvignon, 15% Pinot Bianco, 15% Gewürztraminer) di Grawü,  biodinamici non filtrati.

Riesling e Kerner 2018 biologici di Rielinger.

Tutti e 4 i vini a 2.800 metri immersi nell’aria tagliente delle Dolomiti hanno svelato identità nascoste. I vini di Grawü hanno tirato fuori sentori di crosta di pane e accenni di idrocarburo, mentre i Rielinger hanno bussato al naso con un frutto quasi prepotente. Se foste usciti da quella degustazione senza ulteriori comparazioni, avreste goduto dei vostri vini, ma con il sospetto di essere stati vittime di un mazziere di descrittori impazzito.

2.000 m, Vinoteca di Passo Trieste. Se a Lagazuoi vi sentivate soli in cima al mondo, qui vi sentite avvolti dal candore della neve.

Acclimatati dentro la piccola Vinoteca (la più alta d’Italia), i 4 vini sono apparsi diversi. L’alcolicità ha comincato a dire la sua, il blend non filtrato ha restituito la frutta esotica abbandonando la crosta di pane, il Riesling ha regalato sapidità. Ma ci sono voluti altri 300 m perchè i nettari tornassero nei loro ‘cenci’, come ci hanno confessato poi Dominic Würth (Grawü) e Matthias Messner (Rielinger).

Abbiamo chiesto a Vincenza Folgheretti, enologa, come sia stata possibile una tale metamorfosi: “In alta quota l’aria è più rarefatta, la pressione parziale è ridotta notevolmente riducendo anche la quantità di ossigeno per unità di volume, perciò il vino come noi, ha meno ossigeno a disposizione, cosa che in un non filtrato ha inciso ulterioremente. In tali condizioni il vino avrebbe bisogno, nonostante l’annata giovane, di molto tempo per ossigenarsi e restituire l’aromaticità che lo contraddistingue”.

Foto tratta dalla pagina Facebook di Vincenza Folgheretti.

Se dovessi usare un’immagine per trasmettere le sensazioni delle 3 degustazioni, penserei al palpitare di un cuore sotto sforzo… tu tum tu tum tu tum… Come se i 4 vini si fossero trovati esattamente come noi a fare i conti con la chimica micromolecolare e solo dandogli il sollievo dell’ossigeno, questo cuore ha iniziato a battere regolarmente… tu tum…tu tum… dialogando in modo sereno con i nostri sensi.

Oltre che le discrepanze nei 3 momenti degustativi, quello che ci ha colpito è stata l’armonia dei nettari stessi, rimasta intatta nonostante il forte stress: “Solo la qualità produttiva garantisce integrità a un vino in condizioni non ottimali” ci ha confermato Vincenza Folgheretti.

Quattro vini, 12 nettari apparentemente diversi, Dolomiti, e l’aria ruvida di montagna. Insomma più wow di così…

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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