Ci sono vari modi per definirsi fortunati, il mio è il seguente “Sono fortunato perché sono amico di Susanna Tezzon, (per tutti Susi), titolare del ristorante il Giardino delle Esperidi a Bardolino”. Qui, lasciando colpevolmente da parte la cucina, voglio parlarvi di uno dei “peggiori vizi” della Susi, quello di condividere grandi bottiglie con gli amici.
Questa volta, tra le molte stappate durante una memorabile cena, la scelta è cascata su un vino che forse ha fatto conoscere il Jura in Italia e nel mondo e che , come ha giustamento puntualizzato Susanna, “Ho in cantina da quando che oggi sproloquia di Jura non sapeva nemmeno che questa terra esistesse” : il Côtes de Jura En Barberon 2001 di Stéphane Tissot.

Chardonnay in purezza coltivato e vinificato con rigorosi metodi biodinamici, deve essere lasciato crescere nel bicchiere per permettere a tutti suoi aromi (dalla mela cotogna alla pietra focaia passando per un mondo di spezie) di presentarsi e mostrarsi a noi.
Mano a mano che si scaldava la gamma aromatica superava per complessità e piacevolezza la vibrante vena acida che, accoppiata alla classica volatile (qui molto più bassa che i tanti Jura recenti) e al notevole corpo, caratterizza il vino. Dopo due ore, a temperatura ambiente di questi giorni estivi, veniva quasi da genuflettersi.