In enoteca alla domanda “Vorrei un bicchiere di Sangiovese o Nero d’Avola?” tra qualche anno potremo sentirci non più sciorinare una serie di aziende bensì “Lo preferisce italiano o indiano?”.
Si, perché da qualche anno anche l’India, in particolare la zona del Maharashtra e Karnataka (vedi mappe nelle foto), sembra essersi votata alla viticoltura e non scegliendo (probabilmente non avendo….) autoctoni propri, bensì avvalendosi dell’immenso bacino di varietà che popola il mondo.
A differenza di paesi e regioni che preferiscono i più tradizionali/internazionali Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon l’India ha deciso di affidarsi all’Italia, culla di vitigni per noi iperautoctoni come il Sangiovese, il Nero d’Avola, il Grillo. L’idea nasce nel 2005 quando degli imprenditori indiani, impegnati in tutt’altro settore, decidono di investire nella viticultura e partendo da zero creano a 40 km da Nashik (zona del Maharashtra) la Vintage Wines, affidandosi totalmente al know how e alla tecnologia italiana.
Andrea Valentinuzzi, l’enologo che accetta la sfida, è friulano DOC (o DOCG viste le ultime tendenze). Da 13 ha iniziali si passa a 25 nel giro di pochi anni. Chardonnay, Syrah e Cabernet Sauvignon sono le varietà sulle quali si investe durante i primi anni, ma negli ultimi 4 ci si lascia trasportare non solo dalle potenzialità che la zona offre da un punto di vista climatico, ma anche dall’idea dell’azienda di contrastare la tendenza che vede tutte le altre aziende indiane proiettate al made in Francia o made in Australia.
Italiano l’enologo, italiana la tecnologia…perché non italiane anche le varietà coltivate! Facile lavorare in un contesto che di autoctono ha solo la popolazione, facile lavorare in un paese dove non esistono centinaia di sangiovese, di nero d’avola o di grillo.
Facile a dirsi…ma a farsi?? Perché in India devi fare i conti con l’elettricità che da un momento all’altro viene a mancare nei momenti più importanti della vinificazione o imbottigliamento, perché alle volte manca l’acqua, perché è difficile formare personale alla “maniera occidentale”. Perché quando l’enologo si dispera perché la pressa si blocca inaspettatamente il primo giorno di vendemmia, gli autoctoni, quelli veri, ti guardano senza capire. Senza capire perché ci si arrabbia per qualcosa che forse può anche accadere.
Difficile perché per fortuna o sfortuna in India la durata delle vite è più breve, i cicli produttivi accelerati e paradossalmente si potrebbe fare 1 vendemmia ogni 7/8 mesi al massimo, ma oggi lavorando sulle potature e la gestione corretta della pianta, la si imposta perché si vendemmi una sola volta l’anno (dalla prima metà di febbraio a fine marzo).
Di facile c’è solo la voglia di lavorare e produrre varietà che portino un po’ d’Italia anche in India e il progetto sembra essere risultato vincente. Su 65(!!! )cantine indiane solamente 2 o 3 possono essere considerate –affermano i titolari- sullo stesso livello qualitativo della Vintage Wines.
Oggi l’azienda vende con il brand Reveilo in Mumbai, Puna, Bangalore e Kerala. Questo vuol dire che in Italia possiamo ancora dormire sonni tranquilli e sperare di non dover competere, almeno nell’immediato futuro, con i Sangiovese, i Grillo e i Nero d’Avola indiani.
La produzione complessiva dell’azienda si attesta attualmente sulle 130.000 bottiglie, di cui 10.000 per ogni varietà italiana, con l’obiettivo di aumentare la produzione di queste ultime nell’immediato futuro visti gli ultimi successi e riconoscimenti ottenuti .
La media dei prezzi delle varietà italiane è di circa 10,5 €, piuttosto alta se consideriamo lo standard della popolazione indiana, abbastanza equilibrato se si considera invece lo standard qualitativo e i clienti a cui ci si rivolge.
Per avere un quadro più completo della situazione l’unico tassello mancante è la degustazione: non ci resta che assaggiare i vini indiani!
Winesurf si spingerà fino in India? Vedremo! Intanto Il lancio ufficiale del Sangiovese avverrà nei prossimi mesi e quasi sicuramente Winesurf farà in modo di esserci. In anteprima vi sveliamo che dopo il lancio del sangiovese porteremo l’India viticola in Italia e l’assaggeremo per voi.