I “vintruffatori” sembra non riposino mai. E’ di questi giorni il patteggiamento del presidente e del consigliere delegato di un’azienda a Boca, in Alto Piemonte, che imbottigliava e commercializzava bottiglie dove l’etichetta diceva una cosa ma all’interno ce n’era un’altra.
La notizia ci è stata segnalata da un produttore locale, che ha voluto giustamente precisare che l’azienda era una ditta imbottigliatrice e non assolutamente produttrice di vino.
Quindi la solita truffa , questa volta a Boca, scoperta nel 2013 dalla Guardia di Finanza, dove l’azienda dei due condannati commercializzava in Germania e in Cina ingenti partite di vino taroccato. Negli sviluppi dell’indagine è stato implicato, guarda caso, anche un cittadino cinese.
Questo fatto, assieme ai quantitativi scoperti che erano in viaggio verso la Cina, dimostra quando abbiamo detto nelle nostre tre inchieste sui falsi del vino e cioè che quella terra è una vera e propria Mecca per i falsari del vino, sia per etichette di grande pregio che per bottiglie quasi da consumo quotidiano.
Insomma, più che Cina è vicina, nel mondo del vino possiamo dire che la truffa è vicina.