Come cucinare leone e coccodrillo: ovvero bIbliogastrofilia africana3 min read

Il nostro Pierlorenzo Tasselli continua a parlarci di bibliogastrofilia, che per lui  è una perversione sessuale fra le più ripugnanti. Il depravato si eccita leggendo ricette improbabili su libri di cucina pressoché inesistenti.

 

Le occasioni per soddisfare questo particolare tipo di libido ,possono capitare inaspettate; ad esempio leggendo un libro dedicato alla caccia grossa.  Alexader Lake, negli anni’50,era un ”white hunter”, cacciatore bianco: faceva la guida per i Safari, quando la caccia grossa era ancora permessa .  Lo stereotipo del cacciatore bianco è  stata fissato da Steward Grange , con il cappello di tela a larghe tese  .

 

Alexander Lake aveva buone capacità  di scrittore, pubblicò numerosi racconti di caccia  e libri che li raccoglievano . In uno di questi, ”Grandi Avventure di Caccia” Garzanti 1959, inserì alcune ricette per cucinare la grossa selvaggina. Con delle interessanti osservazioni sul comportamento a tavola dei vari popoli :

Gli Americani che prendono parte a un Safari, specialmente quelli del Middle West, alzano le braccia al cielo alla sola idea di mangiare carne che non sia di montone, vitello, manzo o maiale. Italiani, Portoghesi e Spagnoli mangiano di tutto. Anche i Francesi mangiano qualunque cosa, a patto che il cibo abbia un sapore diverso da quello degli effettivi ingredienti.”

 

Vediamo qualche ricetta:

 

Leone a bagnomaria “Omohundro” *

 Scuoiate e pulite un leone giovane, meglio se di circa sei mesi. Mettete da parte una tazza di sangue , aggiungendovi una tazza di aceto. Tagliate la carne a pezzi e unite cipolle sedani crudi . Coprite con vino (di qualsiasi tipo ) e lasciate riposare per dodici ore, agitando di tanto in tanto. Scolate e condite con sale e pepe. Aggiungete altro vino e le spezie preferite. Andrà bene anche uno spicchio d’aglio . Fate cuocere finché  non si forma la schiuma, schiumate, quindi cuocete in forno fino a colorazione dorata. A questo punto aggiungete il sangue misto ad aceto e togliete dal forno: servite con funghi stufati e cipolle bollite.

 * Bagnomaria ?  casomai “marinato”. Suppongo sia un errore di traduzione.

 

 Pasticcio di selvaggina minuta

 Pulite dividete a metà trentasei uccellini, scoiattoli o topi ,oppure un misto di questi tre animaletti. Fate bollire in molta acqua e schiumate. Aggiungete sale, pepe, chiodi di garofano e cipolla. Fate cuocere lentamente finché la carne sia diventata tenera , avendo cura che vi sia sempre abbastanza acqua per coprire la selvaggina. Togliete dal fuoco e disossate .Coprite il fondo di una casseruola  con uno strato di farinata di mais** dello spessore di un centimetro circa. Collocatevi sopra uno strato di carne .  Poi un altro strato di farinata e così via , avendo cura che l’ultimo sia uno strato di farinata . Normalmente a questo pasticcio  non occorrerà aggiungere grasso , dato che i topi sono piuttosto grassocci .

 

** dunque il Nostro ha scoperto la “polenta e osei” e non solo . Quanto all’uso dei topi come  accompagnamento della polenta ,in Italia , il caso più  rilevante avveniva nelle trincee del Carso, dove si usavano le pantegane ,piuttosto che le arvicole.

 

 

Coccodrillo alla Robinson

Tagliare la carne di  coccodrillo a fette sottili ,scegliendo di preferenza una delle zampe anteriori. Aggiungete sale ,zenzero e vino rosso dolce con sugo di carne . Fate cuocere le fette di carne alla graticola o in padella ,versandovi sopra la salsa . Spolverate con formaggio grattugiato e cospargete di pezzettini di burro ,quindi passate rapidamente al forno finché non dora . Servite con fette di funghi giganti saltati, riso fritto e salsa al chili.

 

 Per gli amanti del genere occorre ricordare che a Nairobi, è aperto il famoso ristorante ”Le Carnivore”, dove si cucinano  piatti a base di grande selvaggina. Non più la varietà del passato, ma bistecche di zebra, arrosto di gnu e stufato di struzzo ,si possono ancora gustare .

 

Pierlorenzo Tasselli
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