Coda di Volpe, un bianco irpino ritrovato1 min read

Se i grandi vini bianchi d’Italia nascono nelle zone prevalentemente collinose una ragione c’è.
La qualità del terreno, le ore d’insolazione,  ma soprattutto le escursioni termiche tra giorno e notte sono fondamentali per dare ai vini un corredo aromatico  difficilmente ottenibile in  zone pianeggianti e con temperature senza  sbalzi. La Campania è quella che si definisce una regione “bianchista”: Falanghina, Greco e Fiano sono vini conosciuti ed apprezzati. La Coda di Volpe invece è meno nota e sino a qualche anno fa  era  usata per smussare l’acidità dei vitigni più nobili. Il recupero significativo  di questa varietà e la sua vinificazione in purezza, si deve a Raffaele Troisi dell’azienda Vadiaperti  a Montefredane, paesino arroccato sulle colline irpine. Al naso il frutto della Coda di Volpe 2007  è fine e delicato riportandoci alla frutta bianca . Ma è soprattutto vino di bocca, è qui che sorprende con la sua spiccata acidità rafforzata da note minerali molto evidenti che sconfinano in un’ inaspettato e  sapido finale agrumato. Un vino  dalle caratteristiche particolari che non vi stancherete mai di bere anche tra qualche anno.

 

Coda di Volpe  2007

Irpinia DOC

Az. Vadiaperti

Tel.  0825.607270

Uvaggio: Coda di Volpe

Prezzo: 10 Euro

 

 

 

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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