Clotilde Bistrot, quando anche in albergo si può mangiare2 min read

Booking.com  non risulta sempre affidabile se faccio io la prenotazione ma, chissà come mai, se la fa Paola (la mia preziosissima assistente-amica) diventa perfetto: alberghi 4 e 5 stelle con camere lusso a prezzi stracciati.

Però stavolta Paola ha superato se stessa perché l’albergo è pure dotato di un buon ristorante, che oltretutto non mi ha spennata; un connubio quasi introvabile.

Siamo a Milano, l’Hotel è il Windsor  (quattro stelle), centralissimo, a pochi passi dalla stazione e il ristorante, anzi il bistrot, è il Clotilde.

E’ sabato sera ed esco con un conto di circa  30 € mangiando due piatti e bevendo un bicchiere di Tocai friulano  di Bastianich ( lo so, non fa chic, ma volevo assaggiare un suo vino) che mi è costato 6 € e non era per niente male.

Ho mangiato una crema di funghi con barbabietola croccante e crema di robiola, dalla quale mi aspettavo qualcosa di semi surgelato e invece, udite, udite, era fresca e saporita e quasi giurerei che ci fossero pure dei porcini.

Gli altri antipasti mi risultavano un po’ troppo fantasiosi tipo le verdure wakame (le alghe a cena anche no, grazie … per essere precisa nemmeno a pranzo e tantomeno a colazione!)  o le uova tobiko, forse entrambi in omaggio alla clientela giapponese che ormai invade (per fortuna) il nostro paese.

Tra i primi ravioli di spada e paccheri con filetto di San Marzano, ma nella sezione “piatti della tradizione” non manca il risotto alla milanese. Nella stessa sezione tra i secondi  i mondeghili  (la versione milanese delle polpette di carne) e l’immancabile cotoletta alla milanese.

Tutti i piatti tradizionali sono accompagnati da una breve descrizione dell’origine storica il che denota attenzione in cucina per quello che si propone.

Tra i secondi ho scelto i fiori di zucca in pastella di birra con crema di ricotta e fiordilatte in un letto di rucola – da mangiare rigorosamente a parte – e verdure croccanti, che nella fattispecie erano fette di zucchine e melanzane tagliate finissime e cotte al forno: avrebbero avuto un loro perché  se servite calde o tiepide, ma fredde risultavano dure e insapore, ma tutto non si può avere dalla vita!

Un paio di piatti di carne e due di pesce completano la proposta. I dolci non li ho assaggiati (incredibile vero?) ma la proposta prevede ben 7 possibilità di scelta dal tiramisù al cheese cake passando per la panna cotta quindi calorie minime 2000, non si poteva proprio fare…purtroppo!

Nella carta dei vini una scelta non vastissima  ma dignitosa  di buone etichette da tutta Italia, con una comprensibile particolare attenzione al nord, dove però brilla per assenza il Franciacorta a favore di due Prosecco però ben selezionati uno DOC e l’altro DOCG.

Nota veramente positiva al fatto che tutti i vini della carta, per un totale di 20 proposte, vengono serviti anche al calice a prezzi assolutamente dignitosi (minimo 5 massimo 8 €)

 

Clotilde bistrot

www.clotildebistrot.it

info@clotildebistrot.it

Via Galileo Galilei 2 Milano

Tel 02 6346804

Aperto tutti i giorni

Ristorante aperto al pubblico dell’Hotel Windsor

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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