Ciao Diego, ma questo scherzo non ci è piaciuto1 min read

Sembra ieri e sono quasi trent’anni che da giovane fiduciario di Arcigola conobbi un giovane Diego Soracco, anche lui fiduciario ma di una condotta ligure.

Nei molti anni dentro Arcigola e poi Slow Food Diego è stato uno dei punti fermi: uomo dalla battuta tagliente, dalla sana testardaggine, di una sincerità e solarità unica. Anche dopo, quando l’ho rivisto, sembrava che il tempo si fosse fermato perché, a parte i capelli sempre più grigi i suoi e spariti i miei ci sentivamo due ragazzacci e le battute si sprecavano.

Negli ultimi anni era il curatore per la guida degli oli di Slow Food e la sua morte (venerdì 22 giugno) probabilmente per un bruttissimo infarto, mi ha lasciato senza parole al pari di Pasquale Porcelli e di Alessandro Bosticco, che aveva addirittura preso con lui un aperitivo nello scorso fine settimana.

Caro Diego, abbiamo fatto tante belle cose assieme, abbiamo discusso, riso, gustato vini e piatti buonissimi, criticato senza paura vini e piatti mediocri, abbiamo parlato di tante cose, insomma abbiamo vissuto  e questo scherzo non ce lo dovevi fare.

Stasera brinderò a te con uno spumante marchigiano, perché una delle follie fatte insieme che mi sono venute in mente riguarda una degustazione bendata di verdicchio alle tre di mattina. Vorrei tornare a quel momento.

Che la terra ti sia lieve.

 

La foto di Diego  l’ho presa dal sito Slow Food, che ringrazio

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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