Cassa integrazione al Gambero Rosso: parla Cernilli.4 min read

Pubblicando alcuni giorni fa la notizia della cassa integrazione al Gambero Rosso non avremmo mai creduto che addirittura il direttore del giornale sentisse il bisogno di intervenire sulla questione. Per questo oggi siamo rimasti felicemente sorpresi quando, sul nostro blog, ci è giunto questo commento di Daniele Cernilli.

 

“Escludo che qualcuno abbia tentato di contattarmi. Trovo anzi incredibile che, pur avendo in possesso il mio indirizzo e-mail ed il numero del mio cellulare, nessuno abbia provato a farlo, scrivendo poi un sacco di sciocchezze sulla vicenda. Io sono sempre a disposizione di chi vuole intervistarnmi. Ma forse a qualcuno conviene di più scrivere ciò che gli fa più comodo senza disturbarsi di controllare le fonti”

 

Abbiamo preso la palla al balzo rispondendo.

 

“Mi fa molto piacere ricevere il parere del direttore del Gambero Rosso. Dato che ti dichiari disponibile ad essere intervistato io vado oltre e ti dico che sarei veramente onorato di dare spazio, o sul blog o direttamente sul giornale, al tuo punto di vista. Sapere dal direttore come stanno realmente le cose al Gambero Rosso, se e come è toccato dalla cassa integrazione, credo interessi a tutti. Un tuo scritto a riguardo servirebbe a chiarire ogni dubbio. Ti ringrazio anticipatamente della disponibilità ed aspetto, assieme ai lettori di Winesurf, tue comunicazioni”

 

Questo messaggio è partito alla 17. Alle 17.20 Daniele Cernilli ci ha mandato una lunga lettera dove non solo parla della cassa integrazione ma anche della situazione societaria del gruppo GRH e di altre cose.
La pubblichiamo integralmente. Potete comunque leggerla sul blog.

 

 

E’ un po’ lunga la questione, però vorrei affidarla a WineSurf perché, per quanto i miei rapporti personali con Macchi non siano eccezionali (ma ricordo bene anche perché, e credo anche lui) gli riconosco però oggi una deontologia professionale che non trovo spesso altrove. Allora. Cominciamo col dire che la cassa integrazione è stata richiesta per 25 lavoratori su 100, il che vuol dire che non è stata richiesta per 75. Poi che la cosa è stata necessaria perché, pur avendo migliorato in modo sensibile i bilanci del 2007 e del 2008, non siamo riuscii ad arrivare ad un pareggio di bilancio. La passata gestione ci ha lasciato in eredità un passivo di 5 milioni di euro per il bilancio del 2006, passivo ripianato all’epoca nei termini di legge, ma difficile da migliorare. Noi siamo riusciti a farlo e chiuderemo per il 2008 il miglior bilancio della GRH da molti anni. Però la situazione non è rosea, anche se andiamo molto meglio di quanto si crede. Tra l’altro i nostri dipendenti sono tutti regolarmente assunti, la cassa integrazione è un modo certamente doloroso, ma legale e soprattutto temporaneo, per affrontare una situazione come quella che abbiamo davanti.
Questioni societarie. Assicuro tutti che la proprietà della GRH è di Paolo Cuccia per il 97,5%. Le piccole quote di minoranza sono mie, di Giancarlo Perrotta e di Luigi Salerno. Non ci sono né Panerai né Zonin. E devo dire che se ci fossero stati probabilmente non avremmo avuto bisogno di ricorrere alla cassa integrazione, che dite? Non solo, ma magari la cantina Zonin di Gambellara avrebbe avuto una scheda grande in guida, e non un semplice spazio nelle "altre cantine". Non lo ha notato nessuno? Strano. Panerai ha avuto premi, ma li ha dalla stampa di mezzo mondo, non solo da noi. I giornalisti sono solo 10 su 100 dipendenti. Quasi tutti hanno avuto il praticantato e poi sono stati assunti con contratto giornalistico qui da noi. Lavorano in redazione, oltre al sottoscritto, anche Marco Sabellico, Eleonora Guerini, Clara Barra, Mara Nocilla, Fabio Parasecoli, Marco Bolasco. Non lavorano più con noi Francesco Arrigoni, Andrea Gabbrielli e Fabio Rizzari. Nessuna casa editrice del settore ha prodotto ed assunto almeno dieci giornalisti professionisti
Sulla questione Bonilli non voglio pronunciarmi. Mi terrò la mia verità, visto che le cose le conosco meglio di chiunque altro, per rispettare oltre vent’anni di lavoro comune e qualche mese meno di amicizia. Se serve altro sono a disposizione”.

 

 

Non possiamo che ringraziare ancora Daniele per la lunga lettera. Visto che si dichiara a disposizione ci piacerebbe sapere, solo per “spirito di corpo”, se tra i 25 ci sono dei giornalisti ed eventualmente quanti. Per quanto riguarda la questione societaria: prendiamo atto di quanto Daniele afferma ma continuiamo a domandarci perché, se tutto è così chiaro, Cuccia abbia sentito il bisogno di spendere fior di soldi per trincerare il pacchetto azionario di GRH dietro la Fiduciaria Milanese. E’assolutamente lecito farlo, ma non capiamo il perché. Magari, visto che il canale oramai è aperto, anche il signor Cuccia potrebbe mandarci due righe per spiegarci meglio la cosa. Speriamo comunque che la cassa integrazione sia solo quel “modo certamente doloroso…ma temporaneo” di cui parla Daniele e che si concluda alla svelta.
Su Bonilli…..non ne parla lui, perché dovremmo farlo noi! Magari potrebbe farlo Stefano Bonilli stesso. Attendiamo fiduciosi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE