Carmignano DOCG: piccolo è bello?3 min read

Nell’ambito della decima edizione di “Di Vini Profumi”, lunedì 1 giugno si è svolta l’anteprima dei vini di   Carmignano. Eravamo presso la Tenuta di  Capezzana, storica azienda produttrice di vino, nella quale i primi riferimenti storici sulla coltivazione della vite risalgono addirittura al 804 (D.C. ovviamente…), sotto la dominazione dei Franchi.   Del resto a Carmignano la vite assieme all’olivo è coltivata praticamente da sempre. Ad oggi sono 15 i produttori di Carmignano DOCG (a breve diventeranno 16) e gli ettari vitati sono circa 200, dei quali circa 150 a Carmignano DOCG il che ne fa la più piccola DOCG Italiana. 

Un’altra particolarità di questa zona  è che “l’Uva Francesca” , il nome locale del Cabernet (Sauvignon e Franc) non è una novità degli ultimi 20-30 anni, ma qui è coltivata da allmeno due secoli.  il Cabernet ( più il Sauvignon che il Franc) fa quindi parte di diritto   del classico uvaggio  carmignanese:  70/80 % Sangiovese, 10/20 % Cabernet Sauvignon e/o Franc, sono previste anche altre uve come Canaiolo, Merlot, Syrah, Trebbiano e Malvasia.

Nell’ambito della manifestazione sono state presentate l’annata 2008 per il Rosato di Carmignano DOC, l’annata 2007 per il Barco Reale DOC e il Carmignano DOCG, l’annata 2006  per alcuni Carmignano DOCG  e per il Carmignano Riserva DOCG. Come si può capire un bel misto frutta!
Il Carmignano è un vino con una buona struttura dove il Sangiovese, rispetto ad altre zone Toscane tende più  verso l’eleganza che verso la potenza. Anche qui sono presenti produttori “tradizionalisti” con vini  meno concentrati, con estrazioni meno spinte ed un uso più moderato del legno e gli “innovatori o internazionali” dove la concentrazione, la potenza e l’uso intenso delle barriques di  primo passaggio si fanno sentire e… vedere. 
Anche a  Carmignano ho potuto   rilevare  medesima tendenza riscontrata nelle precedenti   anteprime toscane; colori meno impenetrabili, minor estrazione e minor esaltazione del legno come apportatore di profumi e sapori. Le distanze tra i  due estremi diminuiscono e  i vini  vanno verso una maggior bevibilità. Questo in generale anche se in qualche vino il legno non è molto integrato e “straborda” ancora un po’.
Il 2007 si presenta  con vini tendenzialmente più immediati, con profumi croccanti di frutta, con ciliegia, mora e mirtillo in bella evidenza. Trova spazio anche un floreale fresco ed i vini hanno una buona bevibilità, giocata più sull’eleganza che la potenza, con tannini a volte un po’ ruvidi.  Il 2006 ha dato invece vini più potenti e delineati, dove  la ciliegia e gli altri frutti  di bosco sono più maturi e le speziature hanno note più dolci rispetto al 2007. Bocca calda e potente con tannini ben presenti.  Le riserve 2006 hanno esaltato le caratteriste dell’annata, vini  caldi, potenti  ma con belle definizioni sia all’olfatto che in bocca, dove entrambi i primi attori, Sangiovese e Cabernet Sauvignon, sono ben maturi e donano ai vini la caratteristica eleganza del Carmignano
A proposito di eleganza: come sempre da lodare il  servizio dei sommelier dell’AIS, che si sono ben districati negli spazi un po’ stretti della sala di degustazione.

Bruno Caverni

Conosco, ahimè, Carlo Macchi da diversi anni e con lui ho in comune la grande passione per il vino, non quella per l’Inter in quanto sono uno storico e fedele tifoso del Milan.

Una passione, quella del vino, che è sfociata sia nella collaborazione in Winesurf e sia con l’Associazione Italiana Sommelier, della quale sono il Delegato di Prato.

Che altro dire: in Winesurf ho conosciuto persone fantastiche, con le quali ho condiviso e sono felice di poter continuare a condividere questa bella esperienza.


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