Camera: no a pesticidi e diserbanti? Ovvero quando le notizie vengono gonfiate2 min read

Sarà che il politichese non è mai stata la mia lingua, sarà che  non sono abituato a ricevere buone nuove dal parlamento italiano, ma quella di oggi non riesco ancora (per scaramanzia) a inserirla tra le buone notizie.

Sto parlando di quello che oramai è sui media come  il “No ai pesticidi e ai diserbanti nelle produzioni agricole” da parte della Camera dei Deputati.

Vista così è una gran bella notizia, però andando più in profondità, cioè andando nell’archivio della Camera dei Deputati, questa notiziona viene rubricata così : “Nella parte pomeridiana della seduta la Camera ha approvato la mozione Molinari, D’Uva, Gadda, Nevi, Luca De Carlo, Muroni ed altri n. 1-00124 (Nuova formulazione) concernente iniziative volte a vietare l’utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole, favorendone lo sviluppo con metodo biologico.”

Quindi la Camera ha votato, a larga maggioranza (453 voti)  solo una mozione presentata dai suddetti parlamentari, che dovrebbe impegnare il governo  a “potenziare il sistema dei controlli sull’uso corretto dei pesticidi in agricoltura, incrementando anche i controlli sui prodotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con il glifosato oltre la soglia permessa in ambito europeo, al fine di tutelare la filiera produttiva italiana e garantire alti standard di qualità; a vigilare affinché il monitoraggio del livello di contaminazione da pesticidi nelle acque sia omogeneo su tutto il territorio nazionale “.

A parte il linguaggio usato in queste quattro righe, per niente tranquillizzante, la mozione riguardava anche il problema dei pesticidi e diserbanti multiresidui: infatti  in tanti frutti si possono trovare anche una decina di sostanze nocive  diverse, ognuna nei limiti di legge, ma sommandole non è per niente detto che quel frutto sia sano e sicuro, anzi.

Così oggi alla Camera si è votato non per approvare una legge ma “solo” per spronare il Governo a presentare una legge o almeno un regolamento che organizzi meglio questo settore, così importante per la salute di noi cittadini.

Quindi si può essere contenti ma anche consapevoli che siamo all’inizio di un percorso che potrebbe avere (e probabilmente avrà) soste, rimandi, blocchi, variazioni, e si potrà veramente gioire solo quando un testo di legge definitivo sarà approvato.

Così piano con i titoloni trionfali, perché sarebbe come se i naufraghi su un’isola deserta festeggiassero perché il vento è cambiato; prima di far arrivare la nave di soccorso ne dovrà passare di tempo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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