Buona Pasqua e soprattutto buon dopo Pasqua2 min read

Non è facile fare auguri in questo periodo dove ogni giorno, in ogni parte del mondo, migliaia di persone  muoiono in uno scenario che nessun film catastrofista  aveva ancora previsto.

Forse per questo gli auguri vanno fatti con più forza e fiducia, sia negli uomini che nel futuro.

Per questo faccio tanti auguri

 

A tutti di mantenersi in vita e in buona salute, magari evitando di “fare gli italiani” cercando di andare contro a quanto il governo ha deciso per arginare la pandemia.

Al personale dei nostri ospedali, semplicemente eccezionale per bravura, abnegazione e coraggio.

Ai politici, in particolare a chi gestisce la cosa pubblica,  che spero in questi giorni abbiano capito il senso della frase “lavorare per il bene comune”.

A chi è dovuto andare a lavorare, rischiando di incontrare il nemico invisibile.

A chi è stato a casa.

Ai produttori di vino, che in vigna ci potevano e dovevano andare, salvo poi tornare in una cantina dove le cataste di bottiglie non diminuiscono di un millimetro.

A tutti quelli che lavorano nel mondo del vino, sperando che a nessuno rimanga in mano il cerino più corto.

A giornalisti, blogger, influencer e varia umanità del mondo del vino, che dovranno (dovremo) reinventarsi il loro lavoro o il loro hobby, perché sarà molto difficile  ritornare al modo di parlare di vino di due mesi fa.

Naturalmente a voi lettori, che anche in questo periodo ci avete letto e continuate ogni giorno a apprezzare il nostro lavoro.

E last but not least, a tutta la meravigliosa redazione di Winesurf, riunitasi per la prima volta in maniera “smart working” solo qualche giorno fa e che sta progettando un futuro “col botto”.

Mi dimenticavo: naturalmente ai miei amici, quelli su cui puoi sempre contare, che vedo tutti i giorni anche se non li vedo da un mese o più.

Come potrei chiudere senza mandare l’augurio più grande a mia moglie, ai miei figli, a mia nipote e a tutti i bambini del mondo, che si meritano  un futuro migliore di quello che rischiamo di lasciare loro.

Buona Pasqua e buon futuro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE