Bottiglie pesanti: sono veramente pesanti? 6 domande per saperlo2 min read

All’anteprima Amarone 2008 incontro il direttore di un consorzio. Quattro chiacchiere e poi mi racconta di alcuni ristoratori che, commentando il mio ultimo articolo sul suo territorio, dove battevo ancora sulle bottiglie pesanti, gli hanno chiesto “Ma sono proprio così pesanti?”

Una frase buttata, forse anche per farmi intendere di piantarla con questa storia che ci vede praticamente da soli in una battaglia dove  sembra che sia ai produttori, sia ai ristoratori, sia agli enotecari e soprattutto ai consumatori, non gliene freghi assolutamente niente.

Eppure i dati del risparmio che la filiera potrebbe avere e soprattutto la diminuzione di sostanze inquinanti nell’atmosfera non sono inventate.(vedi)   Sono dati che dovrebbero far riflettere tutti, in prima fila i produttori, specie quelli più attenti a certe scelte, come i biologici ed i biodinamici.

 

Per questo abbiamo deciso di riproporre un questionario fatto quasi quattro anni fa, (vedi i risultati di allora) per capire se e come la situazione è cambiata:

 


1. Crede che la bottiglia più pesante sia sinonimo di qualità

2. Secondo lei le bottiglie più leggere sono più fragili? 
3. Crede che la sua azienda possa usare bottiglie più leggere senza portare danno all’immagine ed alla     qualità del prodotto
4.Pensa di attuare azioni pratiche per diminuire il peso delle sue bottiglie
5. Ha già attuato azioni pratiche per diminuire il peso delle sue bottiglie? Se si quali?

 

A queste domande ne abbiamo aggiunta una.

 

6. Ha mai fatto il calcolo di quanto potrebbe risparmiare usando bottiglie più leggere?

 

 

 

Le risposte dovranno pervenire a carlo.macchi@winesurf.it oppure a info@winesurf.it ( o come commento a questo articolo) entro e non oltre venerdì 2 marzo 2012.

 

 

Ovviamente, oltre che pubblicarle, invieremo le 6 domande a tutte le aziende iscritte alla nostra newsletter.

 

Speriamo che arrivino belle notizie!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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