Bottiglie pesanti: abbiamo perso!2 min read

Lo dobbiamo ammettere, abbiamo perso!

La campagna che da anni portiamo avanti praticamente da soli per la diminuzione del peso delle bottiglie ha portato ben pochi risultati. Anzi, non vorrei sbagliare ma la sensazione è che le bottiglie stiano diventando sempre più pesanti.

 

Durante la festa di Winesurf a Bari ho preso in mano bottiglie di vini pugliesi che, vuote, sicuramente superavano il chilo.  Fino a poco tempo fa le bottiglie più pesanti si attestavano attorno ai 700/800 grammi, che era già un’enormità, ma alcuni vini “pesati” in quell’occasione mi hanno sinceramente scoraggiato.

 

Così mi sono messo a guardare le altre bottiglie, quelle “normali” e anche lì non ho notato alcuna vera e seria diminuzione di peso.  Del resto se alcune aziende si sono portate su bottiglie che superano il chilo per un loro vino di punta, vuol dire che “l’immaginario collettivo” dei produttori di vino non si scandalizza per pesi del genere, non ha la sensibilità necessaria per valutare il sicuro impatto ambientale che comporta sia una bottiglia da un chilo ma soprattutto quelle delle linee meno importanti che, se saranno più pesanti vorrà dire che saranno più belle e si venderanno meglio. Alla facciaccia non solo nostra ma del dover comunque diminuire le emissioni di CO² e l’inquinamento.

 

Eppure i dati che abbiamo pubblicato più volte ( vedi qui  qui   e qui )  sono talmente lampanti e chiari che non riesco a capacitarmi come si possa continuare in questa escalation del peso, in questo continuo voler mettere la testa sotto la sabbia anche chi, come i produttori biologici o biodinamici, dovrebbero essere molto attenti al problema della salvaguardia del pianeta.

 

Invece il dio packaging viene venerato nonostante tutto e tutti e la situazione, come accennato, mi sembra stia addirittura peggiorando.

 

Noi continueremo comunque a segnalare le bottiglie pesanti con il simbolo della ciminiera che inquina, sperando che prima o poi (prima magari di essere costretti dalle circostanze esterne) la stragrande massa dei produttori di vino italiani riesca a capire che usare vetri più leggeri vuol dire risparmiare, semplificare il proprio lavoro e fare del bene al pianeta.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Bottiglie pesanti: abbiamo perso!2 min read

  1. Purtroppo avete ragione, uso l’Albeisa leggera dalla sua nascita e vedo che siamo in pochi a farlo. E’ incredibile l’ipocrisia delle associazioni di produttori Biologici e Biodinamici che si elevano a salvatori del pianeta ma solo per uno dei tanti aspetti della filiera produttiva. Dovrebbero obbligare la riduzione dell’impatto ambientale della confezione per avere una certificazione ambientale, invece … nulla!!
    Comunque siate orgogliosi della vostra campagna di sensibilizzazione, anche se solo pochi produttori vi seguono non demordete, prima o poi ne uscirete vincitori.

  2. Noi ad Avignonesi non potremmo essere più d’accordo. Abbiamo messo tutti i nostri vini i bottiglie più leggere.

  3. Scusate, ma perché tirare in ballo le aziende biologiche e biodinamiche su un argomento che riguarda tutte le aziende? Noi a Pievalta abbiamo da anni alleggerito il peso delle nostre bottiglie e da due anni stiamo lavorando con bottiglie da 395 gr ottenute per il 70% da vetro riciclato. Cosଠcome tanti miei colleghi biologici e biodinamici.

  4. Caro Alessandro, ci permettiamo di parlare ANCHE di aziende biologiche e biodinamiche per il semplice fatto che in teoria ci sembrano quelle più vicine all’idea della bottiglia leggera, ma diverse volte ci siamo imbattuti in produttori biologici o biodinamici che usano bottiglie pesantissime. Siamo poi felici di sapere che molti usano bottiglie leggere ma…dovrebbe proprio venire da questo settore l’esempio trainante con TUTTI i produttori che, quasi per “disciplinare”, usino bottiglie leggere.

  5. Quando Luigi Arnulfo alla fine del’800 ha esportato in California il suo Barolo, che secondo i documenti è stato il primo Barolo ad essere esportato, per giunta con un veliero attraverso l’oceano ha dovuto far produrre apposta una bottiglia spessa, nera come l’antracite e pesante come un lingotto d’oro. Che sia per motivi di trasporto navale o aereo che le bottiglie dei vini migliori debbano essere più pesanti? Mi sembra che il Canada già  faccia distinzione in modo giusto e basterebbe adottare la loro stessa legge.

  6. Da tempo abbiamo ridotto il peso di quasi tutte le bottiglie. Oggi il 95% di tutte le bottiglie che utilizziamo pesano 360 e 415 gr. L’80% va all’estero, senza alcun problema per i trasporti.

  7. Roberto, se non si creano problemi di trasporto, allora va bene come dici tu. In ogni caso, anche cominciare con una legge come quella canadese può andare bene. Una volta non c’erano gli imballaggi di oggi e perciò Luigi Arnulfo voleva esser sicuro che le bottiglie arrivassero in California (e non c’era il canale di Panama, le navi, velieri, dovevano fare il periplo della Terra del Fuoco…

  8. Sono d’accordo con l’autore, e credo anche che si possano fare bottiglie belle anche con pesi minori

  9. Non tutti lo fanno…………noi abbiamo scelto già  da alcuni anni di ridurre il peso delle nostre, eliminando 150 grammi per ogni bottiglia. Purtroppo trovi ancora tanta gente che non capisce, ma si deve andare avanti lo stesso prima o poi capiranno……..speriamo.

  10. Ho aperto bottiglie di vino leggerissime ma dal contenuto strepitoso, per poi rimanere delusa alle volte dalle “bottiglie” dai packaging importanti…e dire che il vetro finisce nell’immondizia…

  11. ma non è una battaglia che portate avanti da soli, ne parlano in tanti e in tanti ( vetrerie comprese, considerate tra le industrie più difficili da muovere) stanno facendo qualcosa. Certo potrebbe essere un processo lungo soprattutto perché in un recente passato c’è stato chi ha fatto credere ai consumatori che più era importante la confezione è più era buono il vino.

  12. Gentile Signor Mario Crosta,
    ho studiato a lungo la storia del Barolo e non mi risulta che il Barolo di Arnulfo sia stato il primo ad essere esportato. Forse lei è a conoscenza di documenti che mi sono sfuggiti. Se cosଠfosse, avrebbe la cortesia di segnalarmeli?. Ringrazio anticipatamente. Cordiali Saluti, Maurizio Rosso

  13. Un paio di buoni esempi, anche se probabilmente indipendenti da Winesurf:
    1) Mercoledi scorso ho avuto modo di assaggiare lo Sciur della Nino Negri alla Banca del vino di Pollenzo, alla presenza di Casimiro Maule. Lo stesso Maule ci ha fatto notare la sagoma decisamente magra del vetro, perdente pure in altezza a confronto con gli altri prodotti di punta dell’azienda. Non male visto che lo Sciur viene presentato come vino di Valtellina proiettato al futuro. Ok solo 15.000 bottiglie ma è un segno. 2)
    Sto bevendo un Merlot 2014 biologico sudafricano di Stellar Winery, persino fairtrade e dalla bella beva, comprato al supermercato qui in UK per 9 sterline. Peso della boccia: 340 grammi scarsi…

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