Bottiglie che pesano come autotreni carichi in salita4 min read

Siamo felici che anche chi vende vino stia prendendo una posizione precisa sul tema delle bottiglie pesanti. Un grazie a Pietro Palma.

Lo spunto per la scrittura di queste righe nasce qualche mattina fa in enoteca. Il corriere di turno consegna la merce ordinata e inizio ad aprire i vari cartoni per prezzare e mettere le bottiglie sullo scaffale. Tra le varie referenze ordinate figura anche un prestigioso Barolo.

Apro le scatole, tutte rigorosamente da singola bottiglia, resto un poco perplesso e chiedo al collega: “Ma non avevamo ordinato le 750? Si sono sbagliati, ci hanno mandato le magnum, avvertiamo il rappresentante.”

Poi leggo l’etichetta e, sorpresa, la bottiglia effettivamente è da 750! Visto che a pochi centimetri vedo su un ripiano la bilancia della cucina, mi diverto a pesare la bottiglia: mancano pochi grammi ai due chili! Scatta immediata la foto da inviare al buon Macchi, paladino della lotta anti bottiglia incudine.

Idea di leggerezza per produttore che usa bottiglie pesanti.

 

Da enotecario confesso che, molto spesso, le ragioni di fama, comunicazione e marketing, riescono a surclassare le considerazioni etiche ed ambientali sottese al vetro leggero e al suo utilizzo da parte delle aziende.

Specialmente per bottiglie costose, iconiche e richieste, il cliente finale quasi pretende una confezione pomposa, importante, meglio se voluminosa e di facile impatto per chi quella bottiglia la riceverà in dono. Quindi bigger is better, non solo per il cofanetto che contiene la bottiglia, ma anche per la bottiglia stessa. Vetro spesso e pesante, forme rastremate, altezza maggiore rispetto ad una bottiglia classica, sono tutto elementi che il pubblico medio apprezza ancora molto, almeno nella mia realtà. Come se la qualità del vino all’interno si misurasse a peso e non organoletticamente.

Dal punto di vista logistico, bottiglie e confezioni più grandi necessitano di più spazio in magazzino; nota dolente, visto che lo spazio non è mai abbastanza per quasi tutti i punti vendita.

Pietro Palma mentre solleva un cartone di tre bottiglie ammazza-schiena.

Per alcune bottiglie particolarmente esuberanti in dimensioni occorrono anche ripiani espositivi che riescano a contenerle in altezza, altrimenti finiscono piazzate in chissà quale angolo del negozio, insieme a tutte le altre reiette che non entrano a scaffale, con conseguente calo di vendite derivato dalla posizione espositiva svantaggiata.

Se alla vendita di bottiglie si affianca la mescita o la ristorazione, un altro punto a sfavore delle bottiglie dalle forme strane e fuori misura è che queste non entrano negli abbattitori di temperatura. Quindi se una scorta non è sempre conservata in frigo a temperatura di servizio, le bottiglie resteranno a prendere polvere sullo scaffale. Mi vengono in mente alcuni Champagne o spumanti dalle bottiglie extra-large, molto larghe o quadrate che rientrano in questa casistica.

Queste sono solo alcune piccole considerazioni di ordine pratico, piccoli esempi che però vanno ad impattare sulle vendite di un prodotto.

Non credo che oggi, nel 2021, le tematiche di rispetto ambientale e gestione delle risorse possano essere bypassate e nascoste sotto il tappeto per toglierle dalla vista. Molte aziende e intere denominazioni (es. Champagne) si stanno muovendo nella direzione del vetro leggero, della riduzione dell’impronta carbonica e della sostenibilità ambientale, dalla vigna al trasporto e alla commercializzazione.

Produttore che si allena prima di imbottigliare con bottiglie pesanti.

 

Nonostante qualche resistenza e il persistere di una fetta di pubblico attratta dal gigantismo, la  direzione è quella giusta, Oltre tutto le ragioni a favore del vetro leggero e della sostenibilità ambientale sono talmente lampanti e sacrosante da essere comprese e accettate da chiunque quando vengono fatte notare. Pena: la condanna sociale e l’essere considerati dalla parte dei “cattivi” inquinatori e non da quella dei virtuosi paladini del benessere ambientale. Armi facili? Forse si, ma se servono a vendere qualche bottiglia pesante in meno, ben vengano.

Una cosa che capita di notare maneggiando migliaia di confezioni, bottiglie e scatole è la poca coerenza che spesso ritrova tra proclami naturalistici in vigna/cantina ed il lato relativo al packaging/vendita del vino.

Inutile applicare bollini e certificazioni in etichetta se la bottiglia pesa due chili, è avvolta in metri di plastica, polistirolo e cartone!

È quanto meno contraddittorio, come una vegana con la pelliccia di visone. Più adatto sarebbe un cartone in carta riciclata, scotch di carta e non di plastica, confezioni curate ma meno impattanti dal punto di vista energetico e ambientale. Ne esistono secondo me ancora troppo pochi esempi.

Sommelier specializzati in bottiglie pesanti

E, per finire, si fa una faticaccia a servire certe bottiglie!  A meno di non essere allenati e palestrati, dopo cinque minuti il braccio cede ed il servizio diventa un divertente tremolio di bottiglie che faticano a centrare il calice facendo vergognare il povero mescitore di turno.

Credo che la mia posizione in merito sia chiara e che, se proprio una bottiglia deve essere pesa come una magnum, incartata come una magnum, costosa come una magnum… almeno abbia anche il contenuto di una magnum!

Pietro Palma
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