BINU 2014, terza edizione3 min read

215 vini presentati da 76 cantine, provenienti da Sicilia, Calabria, Campania, Piemonte, Veneto ma soprattutto dalla Sardegna: non sono mica pochi per una regione che vive un perenne isolamento.

Certo il numero delle presenze sarde potrebbe essere maggiore se solo i produttori vedessero nel Concorso Enologico e di quello che gli si muove attorno una carta da giocare per aumentare la conoscenza del loro territorio e dei loro vini.

Miopia dei produttori? Forse, ma sarebbe fin troppo facile liquidare la manifestazione così. Lo sforzo compiuto per la terza edizione di BINU da parte della Camera di Commercio di Nuoro è stato notevole: pochi soldi e grande entusiasmo. Forse la macchina organizzativa ha ancora bisogno di una messa a punto, ma sinceramente non si poteva chiedere di più in questo momento.

Veniamo ai produttori: lo scarso appeal che i concorsi enologici italiani hanno sulle aziende vinicole, ad esclusione forse di quello del Vinitaly (vale quello che vale) è ormai un dato acquisito. Non così è all’estero dove la partecipazione ed ancor meglio una medaglia nei concorsi enologici, può poi essere spesa sui mercati internazionali con buon ritorno commerciale.

La scarsa attrazione dei produttori verso i concorsi enologici nazionale in genere, forse è da ricercarsi anche nel regolamento ministeriale che prevede giurie formate in prevalenza da tecnici degustatori, come li definisce il Ministero, ovvero da perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia od enotecnico, enologo o titoli equipollenti conseguiti nella U.E.

Va da se che quanto più le commissioni sono autorevoli tanto più il giudizio ha un suo peso e tanto più  il produttore è stimolato a partecipare. Se questo non avviene come dar torto ai produttori? Altro punto importante è che il concorso una volta concluso non ha séguito; quando invece, pur con i limiti di cui abbiamo parlato e forse a maggior ragione, il concorso dovrebbe avere momenti di pubblicità con degustazioni in altre parti d’Italia e anche all’estero.

In ultimo una manifestazione così ben organizzata e con una location adeguata, non si può vedere una partecipazione così esigua della stampa e degli addetti ai lavori, ma soprattutto non si può prescindere dalla presenza di buyers internazionali, così come già avviene in altre manifestazioni. Anche le visite in cantina ed ai vigneti dovrebbero essere organizzate di conseguenza.

Insomma di spunti ce ne sono per dare ancora maggiore incisività ad un territorio meraviglioso, che stenta ad emergere come meriterebbe soprattutto quando si hanno vini come il Cannonau. Questo, coltivato e vinificato con le giuste attenzioni, ha poco se non nulla da invidiare agli altri grandi vini italiani. Per non parlare della Vernaccia di Oristano, purtroppo e frettolosamente dimenticata o quasi.

 

Ci rendiamo conto che sono momenti economicamente difficili e il  ridisegno dell’organizzazione territoriale delle Camere di Commercio, non aiuterà di certo.  Sarebbe miope però  lasciar perdere una manifestazione che pur giovane,  ha mostrato un potenziale enorme ancora tutto da sfruttare. C’è da augurarsi che chiunque sia ad organizzare la prossima edizione tenga conto di quanto sinora realizzato e faccia un salto di qualità necessario per la valorizzazione di un territorio che merita di avere una ribalta sempre più ampia. Lo chiedono i produttori e tutti coloro ai quali questa regione regala tradizioni, prodotti e vini unici.

 

 

Per la cronaca questi i vincitori di questa edizione:

I° classificato vini rossi: Doc Cannonau di Sardegna Nepente Ris. Corrasi 2008 Cantina di Oliena.
I° classificato vini bianchi: Docg Valdobbiadene Prosecco Superiore Extradry Millesimato 2013, Astoria
I° classificato vini da dessert : Igt Isola dei Nuraghi Quae 2011, Tanca Gioia.
Sezione Speciale Vino Biologico: I° classificato Doc Cannonau di Sardegna Aristo 2013, Evaristiano.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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