Benvenuto Brunello 2023: come sono i Brunello 2019?3 min read

“O di vene o di marte né si arriva né si parte, né si dà inizio all’arte” questo dicevano i miei vecchi e se poi il venerdì in questione casca pure il 17 di novembre, che per sovrappiù è pure il mese dei morti, il Benvenuto Brunello di quest’anno rischiava di essere disertato dalla dea Fortuna.

Infatti, come sanno anche i sassi, oggi è stato presentato alla stampa internazionale il Brunello di Montalcino 2019 e, dopo averne assaggiati una settantina posso dire che questo rosso toscano è più forte di qualsiasi malocchio o iettatura.

Scherzi a parte l’annata 2019 a Montalcino ha le caratteristiche delle vendemmie top, cioè era difficile sbagliare a fare il vino, anche volendo: così la qualità media è altissima e se volessimo continuare usando proverbi toscani potrei dire che il motto della 2019 potrebbe essere “nel troppo ci si rientra sempre”. Infatti è un’annata con tanta potenza tannica ma senza esagerazioni alcoliche e soprattutto con una tannicità dolce e fitta, che non si trova proprio tutti i giorni e che per certi versi mi ricorda la 2015. Sempre se vogliamo, a braccio e a caldo, fare confronti con altre annate, questa 2019 mi sembra superiore alla 2016 e alla 2010.

Servirà del tempo naturalmente, non tanto per arrotondare ancora di più i tannini (anche se male non gli farà…) ma per smussare e armonizzare meglio le note di legno al naso.

Siamo di fronte ad una serie di buoni e ottimi vini, che diventano però veramente grandi quando ai battaglioni di corposi tannini si aggiunge la componente freschezza, che forse è la cosa che, in generale, manca di più: quando l’abbiamo trovata sembrava che il vino avesse due marce in più, un maggiore allungo, una superiore armonia.

Quindi tanti 2019 hanno il loro jolly nell’atezza dei vigneti. Per carità, vigneti a quote normali e magari con grandi componenti argillose hanno dato comunque ottimi vini ma secondo me nei prossimi 6-10 anni la componente freschezza sarà quella che farà la differenza nella maturazione in bottiglia.

118 le aziende presenti al Benvenuto Brunello (e continuiamo a domandarci perché una bella fetta di cantine continua a non partecipare) e di queste 59, neanche a farlo apposta la metà precisa, ha presentato delle selezioni: nella maggioranza dei casi queste adesso mostrano molti muscoli e poca finezza, mentre i brunello di annata hanno già un buon equilibrio al palato. Sono curioso di vedere chi l’anno prossimo non presenterà la riserva.

A questo punto voi vorreste i nomi e, come ogni anno, resterete delusi perché i nomi li faremo tra diversi mesi, quando pubblicheremo i risultati dei nostri assaggi, che giocoforza devono comprendere assaggi e riassaggi nella prossima estate. Tanto da stasera troverete sul web decine e decine di colleghi che cominceranno a sparare punteggi come mitragliette.

Quest’anno però voglio essere buono e quindi, chi mi manderà un messaggio personale (wapp, messenger, sms)chiedendo il parere su un vino sarò ben felice di darglielo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE