L’abbiamo detto nel titolo e lo confermiamo: per il Bardolino e purtroppo per tanti vini rossi italiani la 2024 non è stata una grande annata. Caldo, piogge nei momenti peggiori (vedi vendemmia) non potevano portare ad una annata di alto profilo.
A Bardolino è accaduto lo stesso e purtroppo la leggerezza di tanti vini, affiancata da profumi esili e poco pronunciati ne sono la dimostrazione.

Ma da alcuni anni a Bardolino si è creato una sorte di “paracadute” all’annata proponendo anche vini che non esauriscono la loro funzione nell’arco di poco tempo. Sto parlando di prodotti maturati in cantina per uno o più anni e/o quelli provenienti dalle tre sottozone di La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna
Secondo moi, ferma restando la strada del vino rosso giovane vista anche la collocazione turistica, il passo fatto verso vini da maggiore invecchiamento, che provengano o meno da una sottozona, è l’unica strada da seguire per diversificare la proposta.
Ma bisogna anche vedere se questa proposta viene accettata dal mercato e spero proprio che quello che abbiamo notato negli assaggi (cioè che il 30% dei vini da sottozona che ci hanno inviato erano già stati assaggiati l’anno scorso) non voglia dire che la commercializzazione di questa tipologia stia andando a rilento. Sappiamo tutti che il consumo dei rossi è in calo e quindi anche il Bardolino paga un po’ di dazio.

In questo caso la strada da seguire è sempre quella della qualità ma, vista lo storico e acclarato prezzo basso a cui vengono venduti i Bardolino, stando molto attenti ai prezzi. Infatti la qualità è sicuramente superiore e lo dimostra il fatto che ben il 66% dei vini da sottozone ha raggiunto o superato la nostra storica barriera degli 80 punti, rispetto al 31% dei Bardolino d’annata. Sul fronte prezzi invece passare da 7-8 euro a quasi 20 e più oltre può essere un ostacolo importante per la commercializzazione.
Ma noi crediamo in questa strada e speriamo che sempre più produttori la seguano.
