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Moldova wines: sorpresa!
Alzi la mano chi, fuori da ogni perbenismo e in mancanza di approfondita esperienza diretta, scommetterebbe un euro sulla qualità intrinseca dei vini moldavi.
Alzi la mano chi, fuori da ogni perbenismo e in mancanza di approfondita esperienza diretta, scommetterebbe un euro sulla qualità intrinseca dei vini moldavi.
Tra i tanti, ho il pessimo vizio di pescare tra le campionature dei vini, fare lotti omogenei e assaggiarli alla cieca.
È sempre un piacere quando ti accorgi che un ristorante, magari sulla breccia da molto tempo ma che hai un po’ trascurato, forse perché troppo vicino a casa tua, va talmente oltre le tue aspettative al punto da indurti ad aver voglia di tornarci presto.
Si chiama come un dio etrusco, è Sangiovese 100% coltivato biologicamente e vinificato col metodo ancestrale in una zona enologicamente senza dubbio eccentrica come Seggiano, alle pendici dell’Amiata.
La memoria sensoriale fa miracoli, basta metterla alla prova. Solo che non è frequente trovare qualcuno pronto a chiamarla al cimento.
Al diavolo gli abbinamenti e la narrativa sulla cantina: nasce a oltre quota mille, ha magnifici riflessi verdastri, un naso cangiante con note progressive di fiori bianchi, pesca, gelsomino e fulminanti (sì, fulminanti!).
Ci sono molte ed ottime ragioni per recensire positivamente un classico della ristorazione grossetana come Canapone, locale storico ormai prossimo (2019) al giubileo.
Un migliaio di bottiglie bio da uve di Malvasia bianca lunga ritrovata in una vigna terrazzata del 1945 e ripropagate in loco, ovvero in Valdarno.
Romualdo Rizzuti e di Daniele Pescatore. Affermatissimo pizzaiolo il primo, specialista del pesce di nome e di fatto, con un curriculum importante alle spalle, il secondo.
Vai alla cena per la giuria del premio Gambelli 2018 (premiazione 15/2 all’anteprima del Nobile) e a tavola ti imbatti quasi per caso in questo pulito, fresco e fruttato sangiovese.