
GarantitoIGP
Anche la fame vien leggendo…
Col lockdown, pieno o leggero che sia, non ha molto senso recensire ristoranti dove per un pezzo nessuno potrà andare.
Col lockdown, pieno o leggero che sia, non ha molto senso recensire ristoranti dove per un pezzo nessuno potrà andare.
Ecco un vino che, anche in un’annata calda e siccitosa, sa mantere il nerbo vibrante e spigliato della sua produttrice
Un formaggio importante, quasi solenne ed eppure anche gastronomico, che invita al riassaggio e non satura certamente al primo boccone: si fa mangiare, ti chiama, soddisfa.
Sarà anche una questione anagrafica, ma adoro quei posti – nel senso di bar, trattorie, ristoranti – rimasti come negli anni ’70 o quasi.
E’ da pazzi bersi un rosso strutturato, e per di più di Montefalco, quando fuori ci sono 35°?
Durante i difficili giorni del lockdown ho avuto l’opportunità di assaggiare con calma parecchi campioni dei vini più disparati. Difficile, in effetti, trovare circostanze più favorevoli per una degustazione:
Sono confesso (ma non reo!): amo i rossi dell’Etna e il Nerello Mascalese.
Se le vie del Signore sono infinite, quelle del Signorelli lo sono quasi. E siccome per l’olivicoltura sono sempre tortuose e spesso parecchio acclivi, a praticarle ci vuole fede. O almeno molta fiducia.
Ho provato in molti modi, inclusi abbinamenti arditi, a ammazzare questa Tintilia, vitigno-bandiera del Molise.
La cosiddetta riapertura è alle porte, anche se nessuno ancora ha capito di preciso se, come, quando sarà. E, soprattutto, se funzionerà.